Ecco quali sono le migliori esposizioni delle prossime settimane, fra Belgio, Danimarca, Francia, Svizzera e Inghilterra

Procediamo con il nostro appuntamento mensile alla ricerca delle più belle mostre in circolazione in Europa. Questa volta il nostro tour inizia da Anversa, in Belgio, con una retrospettiva dedicata al giapponese Kazuo Shiraga e ai suoi quadri creati attraverso i movimenti del corpo. Facciamo poi un salto in Danimarca, al Louisiana Museum of Modern Art di Humlebæk, dove scoprire le proposte architettoniche del prestigioso del cinese Amateur Architecture Studio di Wang Shu. A Lione, invece, troviamo un’interessante storia della calzatura dal XVI secolo fino ai giorni nostri, raccontata attraverso decine di modelli provenienti da tutto il mondo. Ci interroghiamo poi sullo stato di salute della tecnica del collage, con una mostra al Luxenbourg & Dayan, Londra. Infine a Berna, in Svizzera, facciamo conoscenza con un artista decisamente sfuggente: Michael Krebber.

Ecco la nostra selezione delle migliori mostre europee in circolazione.

‘Kazuo Shiraga’, Axel Vervoordt Gallery, Anversa, Belgio
Retrospettiva dedicata al celebre artista giapponese Kazuo Shiraga (1924 – 2008). Alla galleria di Anversa si possono osservare numerose opere realizzate tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta. Da notare la capacità di Shiraga di unire materiali e metodi occidentali a uno spirito e a una visione prettamente orientali. Si tratta di opere pittoriche costruite attraverso l’azione di parti del corpo, come mani e piedi, con l’intento di trasmettere visivamente pulsioni e sentimenti espressi dalla fisicità.
(Fino al 13 maggio)

“Wang Shu – Amateur Architecture Studio”, Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk, Danimarca
Al museo danese si apre una nuova serie di mostre dedicate allo stato dell’arte dell’architettura contemporanea. La prima è un omaggio al cinese Wang Shu (classe 1968), vincitore nel 2012 del Pritzker Prize, premio considerato nell’ambiente una sorta di Nobel dell’architettura per il suo prestigio. L’architetto è a capo, assieme alla moglie Lu Wenyu, dell’Amateur Architecture Studio di Hangshou. Il nome descrive già una visione spontanea, un approccio in cui i materiali disponibili, la cultura e le tradizioni locali rappresentano le basi fondamentali di ogni opera architettonica.
(Fino al 30 aprile)

‘À vos pieds – Ai vostri piedi’, Muséè des Confluences, Lione, Francia
Ultime settimane per visitare questa interessante mostra di Lione, che va avanti dallo scorso giugno. Protagoniste insolite sono le calzature, in un excursus di una buona fetta della loro storia, a partire dal XVI secolo fino ai giorni nostri. Sandali, mocassini, stivali e qualsiasi altro genere di scarpa non sono solo un modo per proteggere i piedi e muoversi comodamente, ma anche espressioni di una data cultura, metodi di comunicazione sociale, segnali di seduzione e, talvolta, vere e proprie opere d’arte. In mostra decine e decine di modelli provenienti da tutti i continenti.
(Fino al 30 aprile)

“The ends of collage”, Luxenbourg & Dayan, Londra, Inghilterra
La tecnologia ha portato alti livelli di velocità e automazione nel mondo della grafica. Tagli e modifiche sono ora possibili tempi brevissimi, con pochi gesti su un supporto digitale. Ma, in campo artistico, tutto ciò ha giovato o al contrario ha distrutto la classica tecnica del collage? È questo l’argomento sondato e analizzato nella mostra londinese (che vede un parallelo nella sezione newyorkese di Luxenbourg & Dayan). Curata dallo storico ed esperto di collage Yuval Etgar, l’esposizione è ricca di opere illustri firmate, tra gli altri, da nomi come Joan Miró, Jean Arp, Max Ernst, Francis Picabia, Barbara Kruger, Richard Prince, Linder, Lee Krasner, Louis Nevelson e John Stezaker.
(Fino al 13 maggio)

‘Michael Krebber – The Living Wedge’, Kunsthalle Bern, Berna, Svizzera
Al museo di Berna, per la prima volta in territorio svizzero, viene presentata una ricca selezione di opere del tedesco Michael Krebber (nato a Colonia nel 1954). Artista sfuggente, di difficile catalogazione e comprensione, Krebber restituisce il suo mistero attraverso i propri quadri. Si contraddistinguono per una grande economia di elementi (gesti, linee, materiali) e da un senso di indefinita provvisorietà capace di straniare l’osservatore.
(Fino al 30 aprile)