5 star che hanno fatto la storia con i loro ruoli da protagonisti
Courtesy of John Barr/Liaison)

5 star che hanno fatto la storia con i loro ruoli da protagonisti

di Andrea Giordano

Da Tom Cruise a Robin Williams, da Tom Hanks, Michael J. Fox a Kevin Costner. 5 star che attraverso i loro personaggi sono entrati nella leggenda del cinema

Attori, diventati star, che con i loro ruoli (anche uno solo) sono però entrati nell’immaginario collettivo di ognuno di noi. Sono leggende del cinema, tanto quanto i personaggi portati sul grande schermo: piloti di caccia, reduci dal Vietnam, condannati a morte, viaggiatori nel tempo, ex skinhead in cerca di redenzione, o sognatori che attraversano l’America e ce la raccontano in tutte le sue mille sfumature.

Tom Cruise

Courtesy of Paramount Pictures/Sunset Boulevard/Corbis via Getty Images)
Tom Cruise in “Top Gun”

Uno dei re assoluti del box office, anche a oltre 60 anni. Tom Cruise non smette di volare, letteralmente parlando. Lo ha fatto l’anno scorso tornando a vestire la divisa di Maverick nel sequel di Top Gun, il film che di fatto lo consacrò a stella di prima grandezza nel 1986, e che adesso, nel seguito, lo riporta addirittura alla nomination all’Oscar come miglior produttore. Nella sua carriera, lunga 40 anni, i suoi personaggi hanno però saputo spaziare, di generazioni ed epoche, di storie, centrando in alcuni casi ruoli memorabili. La scelta è difficile, ma tra tanti, ne spicca uno, quello di Ron Kovic, in Nato il 4 luglio di Oliver Stone, per cui fu candidato alla statuetta. Una vicenda tratta da una storia vera, per raccontare un ex reduce (volontario) in Vietnam, che rimase paralizzato, diventando poi attivista e scrittore. E ancora va citato Jerry Maguire, diretto da Cameron Crowe, lo ha trasportato nell’universo del football americano (altra nomination), o tutto l’universo di Mission Impossible, in cui è un temerario e avventuroso Ethan Hunt, l’agente segreto più famoso, secondo solo a James Bond. Un ruolo, a cui rimane affezionato e per cui è già pronto a tornare il prossimo luglio, grazie a Mission Impossible 7.

Robin Williams

Courtesy of Touchstone Pictures/Getty Images)
Robin Williams ne “L’attimo fuggente” di Peter Weir

A cavallo tra realtà e immaginazione, tra commozione e divertimento, tra risate e lacrime. Robin Williams è stato unico nel suo genere, alimentando la passione di intere platee in tutto il mondo. Comico, serio, brillante, riflessivo. Chi non avrebbe voluto il suo Prof. Keating, protagonista ne L’attimo fuggente: anticonvenzionale, rivoluzionario, che incitava gli studenti al ‘carpe diem’ e sfidava il sistema universitario in maniera innovativa. Ma l’attore americano, scomparso nel 2014, è riuscito sempre a superarsi, affrontando col suo genio ogni nuova avventura. È stato Peter Pan (in Hook di Spielberg), o uno straordinario Adrien Cronauer, il disc-jockey che risolleva in Good Morning, Vietnam le truppe di un paese minato da guerra e dolore, dando speranza, nei panni, di Patch Adams ai malati, affrontando, ulteriormente, l’insegnamento classico, e promuovendo empatia verso il paziente, migliorandone la qualità della vita. Forse i due ruoli più belli, a distanza di pochi anni, sono stati anche il mix perfetto dei suoi tanti colori d’artista: da un lato La leggenda del re pescatore, in cui il vagabondo Perry ritrova l’amore e fiducia nella vita, o soprattutto in Will Hunting – Genio Ribelle, rivestendo gli abiti dello psichiatra Sean McGuire, interpretazione che finalmente gli ha regalato l’Oscar come miglior attore non protagonista.

Tom Hanks

Courtesy of Sunset Boulevard/Getty Images)
Tom Hanks in “Forrest Gump” di Robert Zemeckis

Una doppietta storica consecutiva, come fece Spencer Tracy tra il 1938 e il 1939. Tom Hanks c’è riuscito, tra il 1993 e il 1994, vincendo due Oscar, per altrettanti ruoli che hanno di fatto cambiato la storia del cinema. Il primo è stato per il personaggio di Andrew Beckett, l’avvocato omosessuale, ingiustamente licenziato per via del suo orientamento e soprattutto per avere l’Aids, in Philadelphia, diretto da Jonathan Demme. Uno delle pellicole più belle e importanti degli anni ’90, e fino ad oggi, impreziosita dalla canzone di Bruce Springsteen, Streets of Philadelphia, vincitrice altresì della statuetta. Il secondo è arrivato grazie a Forrest Gump di Robert Zemeckis, in cui da bambino, ragazzo, si trasforma in un uomo ‘speciale’, lo stesso che incontra Elvis, presidenti come John Kennedy, Johnson e Nixon, lotta e combatte da eroe in Vietnam, diventa capitano di una barca per gamberi, attraversa l’America correndo e dando speranza agli altri, ma che in fondo vuole una cosa sola, amare (per sempre) la sua Jenny. Ma Hanks è stato anche molto, molto altro: ha impersonato l’austronauta Jim Lovell in Apollo 13, uno straordinario capitano John Miller in Salvate il Soldato Ryan di Spielberg, un naufrago pieno di speranza (in Cast Away), o, come nell’ultimo Elvis di Baz Luhrmann, un quasi irriconoscibile Colonnello Tom Parker, che del Re del rock fu agente.

Michael J. Fox

Michael J. Fox in
Courtesy of Universal/Getty Images)
Michael J. Fox in “Ritorno al futuro” di Robert Zemeckis, anno 1985

Fresco dell’Oscar umanitario ‘Jean Hersholt’ per l’attività della Michael J. Foundation, Michael J. Fox è uno di quegli attori capaci di entrare nelle case di tutti, grazie ad un ruolo, che in origine poteva non essere suo. Ovviamente parliamo del personaggio di Marty McFly, a cui continuiamo a invidiare i viaggi nel tempo, al volante della DeLorean DMC-12. Prima gli anni ’50, e ancora indietro, nel vecchio west, incontrando i genitori, i figli, gli antenati: una trilogia leggendaria, quella di Ritorno al Futuro, che, soprattutto per il primo capitolo, girava di notte, dividendosi col set del telefilm Casa Keaton. Nella sua carriera ci sono anche però ruoli drammatici, diventati oltremodo importanti e iconici, a partire da Vittime di guerra di Brian De Palma, in cui interpretava Eriksson, un soldato volontario in Vietnam, che prova a sfidare il proprio sergente e gli abusi contro una ragazza vietnamita. 

Kevin Costner

Courtesy of Tig Productions/Getty Images)
Kevin Costner in “Balla coi lupi”, diretto e interpretato

Tra gli attori più bravi e versatili della sua generazione che, dalla metà degli anni ’80 ai tutti i ’90, è stato un simbolo. Il proprio capolavoro, kevin Costner, lo ha realizzato in particolare nel 1990, dirigendo e interpretando, Balla coi lupi, Oscar anche per la miglior regia e miglior film, in cui è semplicemente straordinario nel rivestire il ruolo del Tenente John Dunbar. Guerra di Secessione sullo sfondo, scene memorabili, indiani immersi in una frontiera quasi scomparsa, in cui alla fine prevale l’amore, uno sguardo nuovo, di ideali e valori, e il suo nome, Balla coi lupi. Ma lungo il percorso è stato oltremodo capace di trasformarsi: da JFK di Oliver Stone, nei panni di Jim Garrison, procuratore distrettuale impegnato a condurre l’indagine riguardo l’omicidio di John Kennedy, al’agente speciale Elliot Ness (il film era Gli Intoccabili) incaricato durante il Proibizionismo di incastrare Al Capone, fino, senza dimenticarsi, ad un convincente Robin Hood – Principe dei ladri, diretto da Kevin Reynolds.