A Bologna, una mostra antologica celebra la nona arte (e non solo)
Andrea Pazienza Corteo a Bologna © Marina Comandini Pazienza

A Bologna, una mostra antologica celebra la nona arte (e non solo)

di Digital Team

A 20 anni dall’ultima mostra a lui dedicata, Bologna celebra il genio creativo di Andrea Pazienza, il fumettista che con le sue vignette ha cambiato per sempre il mondo del fumetto

Forse ai più giovani, millennials e assimilati, il nome di Andrea Pazienza non dice molto: sì vabbè fumettaro, tavole colorate, storie italiane e poco altro. Riviste come Cannibale, Frigidaire, Frizzer suonano magari sconosciute. Speriamo che non sia così. Nel caso lo fosse per davvero i genitori sono invitati a farsi sentire siamo, certi che per la stragrande maggioranza di loro Paz sia stato un lampo assoluto che in dieci anni ha cambiato per sempre il fumetto, il suo modo di pensarlo, di disegnarlo e di leggerlo. Con lui, lo storytelling – per usare una parola oggi di gran moda anche quando si parla di detersivo per i piatti o della pappa per il micio – diventa un ininterrotto flusso di coscienza che mischia pensieri, dialoghi, situazioni. Per dirla tutta, Pazienza va oltre la tavola illustrata, è un vero autore di narrativa, il reporter della Bologna (e dell’Italia) che esplode creativamente, caoticamente e oniricamente nel ’77 per poi impantanarsi, come scrisse Altan, nel “calduccio di questi anni di merda” che poi è stato il decennio successivo. Ma ciò che conta è che la grandezza dell’autore, sia nelle storie lunghe, sia nelle brucianti vignette, travalica il periodo storico per mantenere intatta ancora oggi la sua originalità. A Pazienza, che pensò bene di andarsene a 32 anni nel 1988, è dedicata una mostra nella sua Bologna, a Palazzo Albergati, fino al 26 settembre.                                   

                       

             

Quindi, turisti per città d’arte e vacanzieri urbani siete avvisati. Il titolo della mostra bolognese “Fino all’estremo” riprende quello che inizialmente l’autore aveva pensato per “Gli ultimi giorni di Pompeo”, il suo ultimo lavoro, un diario intimo, il resoconto di una discesa nel suo inferno personale, che poi era anche quello di migliaia di giovani. In mostra oltre 100 opere provenienti dagli archivi delle persone a lui più vicine come il fratello, la sorella, la moglie e altri, tra tavole originali dei fumetti e opere pittoriche fatte con i materiali più diversi: dai pennarelli alle tempere, dalle matite ai colori acrilici e molto altro. Pentothal, Zanardi, Colasanti, Petrilli, il Presidente Sandro Pertini,  e tanti altri personaggi vi aspettano.