A Venezia le favolose amiche trans di Roberta Torre
Credits: Europictures

A Venezia le favolose amiche trans di Roberta Torre

di Simona Santoni

Succede spesso che in morte le persone transessuali siano derubate della loro identità. Vestite da uomo. Un gesto violento che il film di “Notti Veneziane” racconta, cercando un risarcimento

«La storia di un risarcimento». Così Roberta Torre definisce il suo film Le favolose, che il 1° settembre apre le Notti Veneziane, sezione delle Giornate degli Autori alla Mostra del cinema di Venezia 2022. Un risarcimento per tutte quelle persone transessuali che in morte sono state derubate della loro identità e del faticoso e prezioso percorso di autodeterminazione fatto, sepolte dalle loro famiglie in abiti maschili e con nome da uomo, come ipocrita garanzia di ordine sociale.
«La violenza di questo gesto, l’essere depredate della propria identità appena morte, mi è sembrata la sintesi estrema della lotta per la libertà che ogni persona compie per costruire il proprio destino», ha detto la regista che si muove spesso tra note insolite, tra grottesco e scottante attualità, già autrice di Tano da morire, Angela, Riccardo va all’inferno.

Le favolose
Credits: Europictures
Immagine del film “Le favolose”

Eccole così le favolose ingaggiate da Torre: Porpora Marcasciano, storica attivista del movimento Lgbt e presidentessa onoraria del Mit (Movimento identità trans) già vista nel documentario C’è un soffio di vita soltanto, Nicole De Leo, Sofia Mehiel detta la Papessa, Veet Sandeh, Mizia Ciulini. Anime femminili nate in corpi maschili che, passando attraverso la prostituzione o fucili puntati contro dagli stessi famigliari, hanno preso consapevolezza di se stesse, abbracciato la loro identità e urlato il loro affrancamento, tra rossetti, smalto, tacchi a spillo, abiti vistosi e la voglia di «plastificarsi». «Il mio corpo è un atto politico», dice Sandeh. «Ogni volta che esco di casa mi espongo al giudizio, alla critica e alla violenza».

«Ne ho viste tante nella bara vestite da uomo, cancellate nel loro percorso»

Tra realtà e finzione, in un film caotico come le loro briose e suscettibili protagoniste, le cinque si ritrovano per rievocare la loro amica Antonia (interpretata da Mina Serrano e Antonia Iaia), uccisa in giovane età da uno squilibrato e sepolta dalla famiglia in completo nero, camicia e cravatta. «Tutti sapevano che era una donna vestita da uomo», ricorda Sofia. «L’hanno uccisa due volte», le fa eco Mizia. «Ne ho viste tante nella bara vestite da uomo, cancellate nel loro percorso», la testimonianza di Nicole.

Le favolose
Credits: laila Pozzo
Le interpreti del film “Le favolose”

Nel loro raduno colorato a bordo di una mini-piscina gonfiabile, con costumi interi e cuffie fiorate, risuona l’intrigante canzone quasi onirica Oiseau sauvage di Dom La Nena, che mescola portoghese, spagnolo e francese, un intrigante mix di lingue, suggestioni e suoni, la scena più bella del film insieme a quella sul finale, toccante, in cui il vivace quintetto spoglia Antonia da cravatta e giacca per restituirle il suo amato vestito verde, ancora sulle note immersive di Oiseau sauvage. Eccolo, il risarcimento, in una sorta di riconciliazione con il passato.

«Questo film è un inno a chi fa della propria vita un percorso libero, con forza coraggio lacrime»

«Questo film è un contributo alla ricerca della libertà, un inno a chi fa della propria vita un percorso libero, con forza coraggio lacrime, gioia, nonostante tutto», spiega Roberta Torre. 
Le favolose è stato un progetto cercato a lungo da Torre: era dal 2015 che voleva realizzare un film con Porpora Marcasciano, attualmente consigliera comunale a Bologna, di cui ha letto tutti i libri, appassionandosi alla sua storia e a quelle delle persone trans che ha conosciuto tramite Porpora. «Ma non riuscivo a trovarne una che potesse diventare un film in cui ritrovare anche me stessa fino a quando non ho incontrato la storia di quella che in questo film ho chiamato Antonia, ma che rappresenta tutte le persone trans che hanno perso la battaglia del riconoscimento della loro identità nel momento della loro morte».

Le favolose
Credits: laila Pozzo
La regista Roberta Torre e le interpreti del film “Le favolose”

Annarella dei CCCP, con la voce d’abisso di Giovanni Lindo Ferretti che canta “Lasciami qui lasciami stare lasciami così, non dire una parola che non sia d’amore”, accompagna invece gli attimi finali in cui tutte le favolose – inclusa la Massimina, ovvero Massimina Lizzeri – sfogliano i loro album della memoria, le foto della transizione, da quando erano bambini a giovani donne fino ad oggi, signore mature chiassose.

«La verità?». La confida la voce maliziosa e navigata di Nicole: «Noi, tra il delirio e il dramma, abbiamo sempre scelto lo spettacolo».

Dopo il debutto al Lido di Venezia, Le favolose sarà al cinema il 5, 6 e 7 settembre con Europictures.