Venezia 79 tra Timothée Chalamet ed Harry Styles
Foto: Vision Distribution

Venezia 79 tra Timothée Chalamet ed Harry Styles

di Digital Team

In un mix di film d’autore e divi da red carpet, al Lido è attesa un’edizione vivace. Tra il ritorno di Crialese e Iñárritu, il controverso “Blonde” su Marilyn Monroe

Ad Adam Driver, con il suo inarrestabile fascino asimmetrico, il privilegio di aprire Venezia 79, nel 90° anno della Fondazione del festival cinematografico. Come professore di studi hitleriani, che con le sue strambe vicissitudini diventerà l’emblema di una civiltà esausta e ossessionata dalla paura della morte, è protagonista di White noise di Noah Baumbach, film d’apertura della Mostra del cinema 2022, al Lido dal 31 agosto al 10 settembre.
E poi riecco Timothée Chalamet, che dopo Dune torna in Laguna da cannibale, protagonista del film tra horror e romanticismo Bones and All, di nuovo alla corte di Luca Guadagnino, «il regista italiano più cosmopolita» come l’ha definito il direttor Barbera: fu proprio Guadagnino ad accendere l’ascesa del ragazzo d’oro di Hollywood con Chiamami col tuo nome. E per la prima volta ecco l’altra star destinata a orde da red carpet, il cantante Harry Styles, che recita per la compagna Oliva Wilde nella sua opera seconda, molto attesa, il thriller psicologico Don’t worry darling.

Il programma di Venezia 79, finalmente svelato e snocciolato nei dettagli da Alberto Barbera, è un fregar di mani, tra film che promettono miele per palati raffinati e divi di inoppugnabile allure: ci sono anche Cate Blanchett, Hugh Jackman, Tilda Swinton, Colin Farrell, Greta Gerwig, Laura Dern, Anthony Hopkins e, per chi ha ancora negli occhi il ceffone di Will Smith agli Oscar, Chris Rock. E ovviamente lei, sua meraviglia Julianne Moore, presidentessa di giuria con lo scettro del Leone d’oro.

Chiara
Foto: Emanula Scarpa © 2022 Vivo film, Tarantula
Immagine del film “Chiara”

Gli italiani in concorso

Tra i 21 film in concorso, tutti in anteprima mondiale, figurano ben cinque italiani. Un po’ troppi? Scelta patriottica in stile Cannes? Sulla carta parrebbe di no. Come non accogliere in pompa magna, ad esempio, il ritorno di Emanuele Crialese a undici anni da Terraferma? E la rinnovata coppia Guadagnino & Chalamet non può non avere le attenzioni principali.
Scopriamo allora meglio i cinque italiani in corsa per il Leone d’oro.

Crialese, regista di pochi film e per lo più perle (tipo Respiro), torna con L’immensità. Dopo aver chiamato a sé per Nuovomodo la fascinosa Charlotte Gainsbourg, ora assolda niente meno che Penélope Cruz. «Ha deciso di mettere in scena la sua vicenda da adolescente, con Cruz protagonista», ha anticipato Barbera. Ci porta nella Roma anni ‘70, in un mondo sospeso tra quartieri in costruzione e varietà ancora in bianco e nero, conquiste sociali e modelli di famiglia ormai superati.

L'immensità
Foto di Angelo Turetta
Immagine del film “L’immensità”

Bones and All è una storia di amore e solitudini, sullo sfondo del cannibalismo, ambientato in un’America dimenticata, vittima del fallimento del Sogno americano. Chalamet è un solitario dall’animo combattivo, Taylor Russell interpreta una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini della società.

E poi c’è Il signore delle formiche di Gianni Amelio, che rievoca la condanna per plagio del drammaturgo e poeta Aldo Braibanti, punito con nove anni di reclusione per aver “sottomesso alla sua volontà”, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne; alcuni anni dopo il reato di plagio sarebbe stato cancellato dal codice penale, in realtà mezzo per mettere sotto accusa i “diversi” di ogni genere. Con Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Sara Serraiocco.
Susanna Nicchiarelli torna a Venezia dopo Nico, 1988 e Miss Marx con un nuovo ritratto femminile, Chiara, ovvero la storia di Santa Chiara d’Assisi e del suo incontro con Francesco. Li incarnano Margherita Mazzucco e Andrea Carpenzano.

Quinto italiano a vista Leone d’oro Monica di Andrea Pallaoro, il ritratto intimo di una donna che esplora i temi universali dell’abbandono e dell’accettazione, del riscatto e del perdono. Con l’attrice transessuale Trace Lysett, Patricia Clarkson, Emily Browning, Joshua Close, Adriana Barraza.

Film in concorso i più attesi

Oltre al quintetto tricolore, tanti i titoli di forti ambizioni tra i 21 in concorso (qui l’elenco completo). Oltre a White Noise di Baumbach, che torna al Lido dopo lo struggente Storia di un matrimonio, non vediamo l’ora di vedere The Banshees of Inisherin di un altro mattatore di Venezia, il britannico Martin McDonagh, che con Tre manifesti a Ebbing, Missouri aveva irreparabilmente conquistato. Nel cast Colin Farrell e Brendan Gleeson.

E poi lui, Alejandro Iñárritu. Il regista messicano, premio Oscar per Birdman, manca dal 2015 da Revenant – Redivivo. Con Bardo (o falsa crónica de unas cuantas verdades) ci racconterà di un noto giornalista e documentarista messicano, che torna nel suo Paese affrontando la sua identità e i suoi affetti.
Se il Festival di Cannes 2022 ha avuto il suo Elvis, Venezia avrà la sua Blonde, il quasi biopic sulla bionda più sensuale di sempre, Marilyn Monroe, di cui il 5 agosto ricorrono i 60 anni dalla morte. La fa rivivere Ana de Armas e si prevedono subbugli: il film è la prima produzione Netflix con bollino rosso di divieto ai minori.

Promette di portare uno stuolo di star The Son di Florian Zeller, che dopo The Father – Nulla è come sembra che valse l’Oscar ad Anthony Hopkins, torna sui rapporti famigliari. Con Hugh Jackman, Laura Dern, Vanessa Kirby e di nuovo Hopkins.

Ovviamente Venezia 79 è anche impegno: in concorso anche Khers Nist (Gli orsi non esistono) di Jafar Panahi, regista arrestato pochi giorni fa in un Iran che con il carcere mette a tacere il libero pensiero, e Argentina, 1985 di Santiago Mitre, con il superbo Ricardo Darín nei panni del coraggioso pubblico ministero del processo alla Giunta militare argentina, accusata della sparizione, tortura e morte di migliaia di sospettati politici, i cosiddetti desaparecidos.

The Son
Foto: 01 Distribution
Immagine del film “The Son”

Cosa altro attenderci

Tra vaporetti e risonanti attracchi, non mancheranno i due Leoni d’oro alla Carriera, la divina Catherine Deneuve e il maestro Paul Schrader, che al Lido porta fuori concorso il suo ultimo film Master gardener, con una stuzzicante coppia di protagonisti, Joel Edgerton e Sigourney Weaver.

Tra i fuori concorso anche il film da regista attrice di Olivia Wilde, il thriller psicologico Don’t worry darling, con protagonisti Florence Pugh, Chris Pine e il cantante Harry Styles, che dopo Dunkirk ha ormai abbracciato anche la carriera attoriale: ambientato negli anni ’50 nella comunità idealizzata di Victory, svelerà invece un microcosmo sinistro e pericoloso.
E poi Siccità di Paolo Virzì, «film profetico» con Claudia Pandolfi, Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Sara Serraiocco e Monica Bellucci.

Don't worry darling
Foto: Warner Bros
Harry Style nel film “Don’t worry darling”

Probabilmente c’è chi non tratterà le lacrime entrando in sala per Kone Taevast (La chiamata del cielo), film postumo di Kim-Ki-Duk, regista sudcoreano morto due anni fa per Covid, che a Venezia tante volte ha trovato fortuna (Leone d’oro nel 2015 con Pieta).  

Amanti delle serie tv, accontentati. A Venezia 79 saranno proiettati non solo alcuni episodi ma le intere mini serie tv di due autori danesi cult: The Kingdom, Exodus by Lars von Trier e Copenhagen Cowboy di Nicolas Winding Refn. Scatta il countdown.