Cinque concerti dedicati ai nuovi suoni urbani per il festival Afropolitan

Si intitola Afropolitan questo piccolo festival organizzato al Crt Teatro dell’Arte di Milano per parlare di creatività musicale in occasione della bella mostra Africa Big Change Big Chance dedicata ai grandi cambiamenti architettonici nel continente, curata da Benno Albrecht (in corso alla Triennale).

E il titolo di questa serie di tre concerti esprime bene il senso della rassegna: africani metropolitani. Ma non basta: i musicisti in questione sono tutti giovani, creativi e figli della diaspora più recente. Per loro l’Africa è un’eredità culturale, ma non ha niente a che fare con la geografia. Così le loro musiche si contaminano con echi di un atradizione più o meno vissuta, ma parte integrante della loro storia.

Si comincia il 5 dicembre con Pierre Kwenders, emigrato in Canada quando era adolescente dalla città di Kinshasa. La sua musica mescola rumba congolese ed elettronica. Il giorno seguente salirà sul palco Baloji, un artista in perenne ricerca della propria identità. Nato in Congo, a Lubumbashi, nel 1978 e trasferitosi in Vallonia, all’età di 4 anni, non ha mai trovato un luogo dove sentirsi veramente a casa: ‘Laggiù non mi sento particolarmente congolese e qui non mi sento particolarmente belga’. Così la sua musica è una sorta di manifesto della precarietà – o forse del suo essere cosmopolita. Due dischi, Hotel Impala, tra il rap e l’hip hop metropolitani, il reggae e la tradizione congolese, la rumba e il soul anni Sessanta; e Kinshasa Succursale, dove i suoni sono ampliati da chitarre elettriche, balafon, piano a pollice e collaborazioni con vari artisti africani. Infine, il 7 dicembre Peter Solo porta sul palco la sua band, i Vaudou Game con cui coltiva i valori della cultura voodoo del Togo, la sua terra d’origine. La filosofia del rispetto dell’ambiente e di ogni forma di vita si declina anche in canti particolari, espressi unicamente con la voce, che Solo esplora, codifica e reinterpreta con strumenti moderni, attraverso un lavoro di ricerca e ‘traduzione’.

Afropolitan, Crt – Triennale di Milano, dal 5 al 7 dicembre