In un libro fotografico, Billy Name racconta l’epoca della pop art

L’indirizzo è 231 East 47th Strada, New York City.  Ovvero la Factory di Andy Warhol, e residenza di Billy Name, all’anagrafe William Linich. In effetti, la sua vita, all’epoc, si svolgeva principalmente all’interno del perimetro della factory e possibilmente dietro l’obiettivo di una macchina fotografica (o di una cinepresa): sono suoi gli scatti che documentano quell’epoca storica, in una celebrazione della pop art senza eguali. Tanto che la sua fama è legata al ruolo che si era cucito addosso: fotografo ufficiale della factory. Gli anni 60 sono immortalati nelle sue pellicole, le sue visioni in molti dei film realizzati da Warhol.

Ebbe una relazione con Warhol che poi si tradusse in amicizia, così come con Lou Reed, allora cantante dei Velvet Underground di cui poi realizzò anche una cover per un loro disco. Insomma, parlare di Billy Name è come parlare di un’epoca d’oro della creatività. E ora la casa editrice Reel Art Press pubblica un prezioso libro, Billy Name The Silver Age, tra foto ed elementi biografici, tra aneddoti e desideri. Sei foto e sei citazioni dal libro.

Lou Reed, secondo Billy Name: ‘Io e Lou avevamo una strana sintonia, come se sapessimo, reciprocamente, di capire i pensieri dell’altro e di poter comunicare in questo, molto meglio che con le parole’.

Scatole Brillo, così meticolosamente vere. ‘Quando c’era da montare qualche installazione, cercavo di mettere davanti le mie scatole. Volevo che fossero dipinte alla perfezione, perché sembrassero identiche a quelle originali’.

Edie Sedgwick. Una foto che la ritrae in tutta la sua bellezza, come a seguire la descrizione di Robert Heide: ‘La sua pelle era così trasparente, luminosa che le conferiva un’aurea veramente speciale’…

Jackie O. I suoi disegni, stando alle dichiarazioni di Lou Reed, hanno avuto un ruolo importante nella Factory, grazie al lavoro geniale di Billy Name, capace di contrastare ed esaltare luci e colori.

Nico. Nelle parole di Name: ‘Era un’intellettuale, davvero difficile da seguire nei suoi ragionamenti. Ma in realtà, benché lei non lo volesse, era molto più intelligibile di quanto lei stessa non fosse disposta a credere’.

The Velvet Underground. ‘Per me, un gruppo speciale. Perché la loro musica era profondamente sincera, vera’. Parola di Billy Name.