Alla Triennale di Milano, i designer internazionali interpretano il mondo animale

Prima gli oggetti con nome di donna, ora quelli con nomi e forme di animali. Dal 13 gennaio il Design Museum della Triennale di Milano espone una curiosa collezione di creazioni in ceramica che costituisce il secondo capitolo di un’intrigante ricerca intitolata Le parole e le cose condotta da Silvana Annichiarico sul rapporto che lega il design e l’appellativo che si dà alle sue invenzioni.

ANIMALità, questo il titolo dell’esposizione, ospita opere di inedite di Sam Baron, Matteo Cibic, GamFratesi, Jaime Hayon, Sebastian Herkner, Lanzavecchia+Wai, Minale-Maeda, Elena Salmistraro, Ionna Vautrin e Nika Zupanc. Chiamati a produrre creazioni inedite appositamente per l’esposizione milanese, i più interessanti talenti del panorama internazionale del design hanno dato forma a oggetti dalle sembianze apotropaiche, ludiche e animiste. Elena Salmistraro propone Kepri Cipria che ha forme tra il gatto e la civetta, mentre le tenere volpi plasmate dall’eterogeneo duo Lanzavecchia+Wai hanno qualcosa di fiabesco: verrebbe voglia di inseguirle per accarezzarle o rifugiarsi con loro a bere un tè… E poi, ci sono i pinguini di Ionna Vautrin, i pesci di Sebastian Herkner e l’unicorno di Matteo Cibic. La danese Stine Gam e il pesarese Enrico Fratesi hanno scelto invece di rappresentare l’elefante, “animale forte e simbolo di buona fortuna”, reinterpretandolo a modo loro, così la pelle del pachiderma cambia colore. È un po’ bambola, un po’ bambina, un po’ animaletto invece l’inquietante, conturbante creatura di Nika Zupank. Visioni, sguardi e punti di vista diversi compongono il bestiario del design contemporaneo.

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ANIMALità

Design Museum della Triennale di Milano

dal 13 gennaio al 22 febbraio