Appuntamenti con il palcoscenico da non perdere

Aprirsi al mondo, osservando la realtà attraverso gli occhi di registi e artisti internazionali. È questo il filo conduttore degli spettacoli selezionati per il mese di aprile. A Milano ci si immergerà nell’amore ossessivo di The Year of Cancer – tratto dall’omonimo romanzo di Hugo Claus e diretto dal regista olandese Luk Perceval – e nelle esplorazioni urbane di The End – un altro modo per dire la fine, progetto performativo nato dalla collaborazione tra la regista Lotte van der Berg e il collettivo milanese Strasse. A Modena invece si verrà catapultati nelle atmosfere distopiche di 1984 di Orwell grazie alla rilettura del regista britannico Matthew Lenton, mentre a Bologna si scopriranno gli interpreti più sperimentatori della ricerca contemporanea con la rassegna Live Arts Week. A Parma invece, uno spettacolo di Lenz Fondazione farà riflettere su un capitolo drammatico della storia del XX secolo: lo sterminio degli omosessuali durante il nazismo. Ecco gli appuntamenti col palcoscenico da non perdere ad aprile.

Milano. The year of cancer
Di amori impossibili ne è piena la storia della drammaturgia moderna e contemporanea. Eppure, quello di The Year of cancer, bestseller di Hugo Claus pubblicato nel 1972, continua a essere di un’attualità spiazzante: «è un racconto spietato sulla precarietà dell’amore, destinato, dopo il primo incanto, a trasformarsi rapidamente in disillusione insopportabile», ha commentato Luk Perceval, regista olandese che al Piccolo Teatro di Milano presenta la sua rilettura del romanzo in prima nazionale. La storia è semplice, quasi banale: lei è consapevole del deterioramento del rapporto e non riesce a impegnarsi fino in fondo, lui vorrebbe un futuro insieme a lei ma non riesce a salvarla dai suoi pensieri distruttivi. Il loro amore è come una droga che si insinua nell’organismo corrodendolo pian piano. Sarà la straordinaria capacità interpretativa degli attori – Maria Kraakman e Gijs Scholten van Aschat della compagnia teatrale olandese Toneelgroep Amsterdam – a dipingere le innumerevoli sfaccettature dell’amore in un intenso dramma sulle relazioni contemporanee. Milano, Piccolo Teatro, dal 5 al 8 aprile

Modena. 1984
Che 1984 di Orwell sia oggi più che mai contemporaneo è quasi scontato dirlo. Fa piacere, però, che a ricordarlo sia un nuovo spettacolo teatrale in arrivo in prima assoluta al Teatro delle Passioni di Modena, diretto dal pluripremiato regista britannico Matthew Lenton. È lui a mettere in scena le analogie tra il romanzo di Orwell e il presente, immergendo le vicende di Winston Smith, l’impiegato del Ministero della Verità protagonista del libro, nella società dei social media. Una forza, quella dei social network, che sta negli algoritmi e nella capacità di incrociare i dati degli utenti per scoprire preferenze e desideri. Sono Facebook, Twitter, Google e Instagram a sostituire l’occhio del Big Brother nella nostra società, e Winston Smith cercherà in tutti i modi di sottrarsi al loro controllo. A fine spettacolo, a emergere è una domanda: a vantaggio di chi veniamo sorvegliati, oggi? Modena, Teatro delle Passioni, dal 10 al 22 aprile

Parma. Rosa Winkel Triangolo Rosa.
Agli uomini omosessuali veniva cucito sulla casacca un triangolo rosa, mentre alle donne lesbiche un triangolo nero simbolo dell’asocialità. Il nuovo lavoro di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto di Lenz Fondazione, compagnia teatrale parmigiana che da oltre trent’anni produce creazioni performative e visuali contemporanee in dialogo con il territorio, fa luce sul tema della deportazione e dello sterminio degli omosessuali durante il nazismo. E a rappresentare la storia di tutti gli omosessuali sterminati è il volto del mezzofondista Otto Peltzer, che fu arrestato, incarcerato e poi rinchiuso a Mauthausen fino al maggio del 1945, quando venne liberato dagli americani. Ma il ‘peccato’ dell’omosessualità lo perseguitò anche nella Germania post nazista. Lo spettacolo, presentato in prima nazionale nei giorni precedenti alla Festa della Liberazione, sarà accompagnato dalle musiche di ispirazione wagneriana create appositamente dal compositore elettronico Andrea Azzali. Parma, Lenz Teatro, dal 23 al 28 aprile

Bologna. Live Arts Week
Non una rassegna di teatro ma di arte “live”. A Bologna torna Live Arts Week, una quattro giorni di performance all’insegna della sperimentazione in cui si intrecceranno musica, installazioni, design e arti visive. Tanti gli appuntamenti da non perdere, tra cui oslo di Mette Edvardsen, artista e coreografa norvegese che focalizza la propria ricerca sull’esplorazione di nuovi linguaggi espressivi, oppure Consul & Meshie delle coreografe Antonia Baehr e Latifa Laabissi, che impregnano i codici della danza di nuove prospettive antropologiche e di riflessioni sui fenomeni di cross-gender, o ancora ENDO di David Wampach, uno spettacolo di danza contemporanea nato da una riflessione sul lavoro anticonformista di Shuji Terayama e del movimento Gutai. Imperdibile poi High Way – scultura fatta di corpi inquieti che collidono con lo spazio – di Julian Weber, artista visivo e perfomer di scuola tedesca che ha collaborato con figure del calibro di Tino Sehgal, Meg Stuart e Boris Charmatz. Con il suo programma di concerti, expanded cinema e performance, Live Arts Week sarà un laboratorio a cielo aperto che farà scoprire gli artisti di spicco della ricerca contemporanea internazionale. Ad aver ideato la rassegna è l’organizzazione culturale bolognese Xing. Bologna, Ex GAM, Galleria d’Arte Moderna, dal 18 al 21 aprile

Milano. The End – un altro modo per dire la fine
Che forma ha la parola fine? E come si rappresenta? Nasce da qui la collaborazione tra la regista olandese Lotte van den Berg e Strasse, collettivo milanese fondato da Francesca De Isabella e Sara Leghissa che sviluppa progetti site-specific in dialogo col territorio urbano. E proprio dal contatto con lo spazio urbano è nato The End – un altro modo per dire la fine, una performance che investe lo spazio pubblico e che porta gli spettatori in giro per la città immergendoli in situazioni reali che stimolano una riflessione sul concetto di fine. Una fine che fa rima con trasformazione e con nuovi inizi. La performance, in prima assoluta, viene presentato nell’ambito del festival FOG del Teatro dell’Arte della Triennale di Milano. Milano, fino al 8 aprile e poi dal 10 al 13 aprile