Arte e attivismo: Lavazza immortala il cambiamento
Courtesy of Emmanuel Lubezki

Arte e attivismo: Lavazza immortala il cambiamento

Presentato il nuovo calendario 2022 del marchio, scattato dal Premio Oscar Emmanuel Lubezki

Arte, pensiero sostenibile, impegno sociale, per una “New Humanity”, decisa a combattere ulteriormente per i propri ideali, il tutto fotografato da un triplice Premio Oscar, il messicano Emmanuel Lubezki, pronto a cogliere la trasformazione, raccontandola per immagini. Lavazza lancia il suo nuovo calendario 2022, ideato dall’Armando Testa Spa, presentato all’interno dei The Renaissance Awards di Firenze, realizzando qualcosa di unico in termini di qualità e sostanza, mettendo al centro uomini e donne, messaggi e consapevolezza, natura e persone (tema presente nel 2020 con David LaChapelle): sei attivisti (“artivisti” dovremmo dire) diversi per età, cultura e provenienza geografica, accomunati però da idee e valori, professionali e di vita, in grado di poter cambiare il mondo. I can change the world, il nuovo titolo-progetto voluto dal brand, porta così all’attenzione temi più che mai d’attualità e sul tavolo globale, a partire anche dal nostro Pianeta, un bene spesso dimenticato, che sta lentamente naufragando a causa dell’inquinamento e dell’egoismo-indifferenza di molti, troppi.

Tra luce e volti

Dunque servono voci rivoluzionarie, capaci di dare una svolta, e rappresentarla concretamente. A partire da Saype, pioniere francese della land art sostenibile con le sue monumentali opere per la salvaguardia del pianeta e la coesione sociale, o la rapper rifugiata afgana, Sonita Alizada, attiva nella denuncia dei matrimoni forzati e delle spose bambine. E ancora la designer di gioielli Shilpa Yarlagadda, che promuove e supporta l’empowerment femminile, la biologa marina Cristina Mittermeier, testimone nel documentare l’avanzare della distruzione degli oceani, e infine la street dancer, coreografa e documentarista Shamell Bell, fondatrice di ‘The Balance Collective”, gruppo di ballerini e artisti, che attraverso la loro arte combattono contro il razzismo, la brutalità della polizia, il sessismo e l’omofobia. Sei protagonisti scelti per dare spessore ad un lavoro suggestivo, da osservare, su cui riflettere, e in cui potersi immergere proiettandoci al presente-futuro di un modo nuovo di fare comunicazione. Insieme a loro un ospite d’eccezione, Ben Harper, uno dei musicisti della sua generazione, da sempre impegnato contro le diseguaglianze sociali e nella sensibilizzazione verso gli effetti della crisi climatica, artefice del remake di una sua canzone “With my own two hands”, scelta per l’accompagnamento musicale del video clip legato al progetto.

A immortalarli, come detto, un maestro assoluto nel cinema contemporaneo, capace tra il 2013 e il 2015 di vincere per tre volte consecutive (mai successo) la statuetta di miglior direttore della fotografia, grazie a pellicole come Gravity, Birdman e Revenant – Redivivo. Un’artista a tuttotondo, in grado di cogliere l’anima dei suoi soggetti, e restituirla (lo fece nel 2017 anche in un’installazione di realtà virtuale per Prada, Carne y Arena) sempre in termini di profondità ed impatto visivo. Dodici scatti, gesti, momenti, ‘richiami’, suddivisi in sei momenti del giorno diversi, aurora, alba, giorno, tramonto, crepuscolo, alla notte, per sei storie appunto di luce e soprattutto persone, rappresentate in base all’emisfero in cui vivono, dai ghiacciai ai mari, tra terra e acqua.

Ritratti sì di sognatori, ma saldamente ancorati alla realtà, e ad una missioneAgire subito, senza aspettare.