Endless apre a Milano la sua prima personale

Endless apre a Milano la sua prima personale

di Digital Team

Che cos’è l’arte, quali messaggi può trasmettere, perché Endless? A colloquio con l’artista britannico. A bordo di un’auto, la Bentley, che è una piccola opera d’arte

Il culto del marchio e dei loghi, la pubblicità, la cultura delle celebrità come commento alla cultura moderna e a questo consumismo 2.0. Ma senza un intento polemico, di certo creativo, finalizzato all’analisi della società contemporanea. L’idea, quindi, è di raffigurare le nuove icone, in un momento storico dove la spiritualità è la grande assente. Questa è l’arte di Endless, 38 anni, tra i più conosciuti street artist britannici del momento, che ha inaugurato al Salotto di Milano la sua prima personale, The Icons in Milano, rappresentato dalla galleria Cris Contini Contemporary e curata da Simona Gervasio, presentando al contempo anche Endless Vol.1, un voluminoso coffee table book brossurato di 260 pagine illustrate. Al centro dell’esibizione i suoi quadri più famosi, tra cui “Lizzy Vuitton” dedicata alla regina Elisabetta.

La mostra resterà visibile fino al 30 giugno. Icon lo ha incontrato a Milano, con il volto sempre coperto da una bandana nera, a bordo di una delle automobili più british che esista, ovvero la Bentley, nella sua versione Suv di lusso, la Bentayga. Vettura che Bentley gli ha messo a disposizione, gli fa da navetta, dall’albergo alla mostra, una sorta di opera d’arte su quattroruote per andare in mezzo alle sue opere d’arte. L’arte è un lusso, in fondo, sotto diversi punti di vista. 


Cosa è per te l’arte?

È la mia religione laica. L’arte per me è scrivere la storia di adesso e non riscrivere il passato.

Mi piace riportare semplicemente quello che vedo nel mondo e riconfigurarlo, per dargli un senso, ma senza intento polemico né negativo. Poi ognuno ci vede quello che vuole, sulla base delle proprie sensibilità e interessi. Non voglio influenzare il pensiero. Il mio messaggio è: questo è quello che succede, cerca di pensare con la tua testa.

Ma la Regina Elisabetta fa parte del passato…

Sì ma la sua figura è attualissima. Lei è un’icona per moltissimi inglesi e anche per me che sono nato in Inghilterra. Lei è sempre stata una presenza costante e ancora oggi è lei il simbolo della stabilità della nazione. Ho iniziato a dipingere la Regina per le strade di Londra più di dieci anni fa, volevo mostrarla come l’icona per eccellenza, conosciuta in tutto il mondo per il suo stile.

E chi è l’artista?

L’artista non è l’opera d’arte che produce. Io sono una persona prima di essere un artista.

Endless…

Sì perché l’opera d’arte ci sopravvive. L’arte tratta sempre il rapporto con la morte, argomento che la cultura occidentale rifiuta. Il mio nome incarna creatività, passione e il fatto di espandere il mio lavoro senza limiti.


Come sei arrivato ad essere rappresentato dalle gallerie?

Per cinque anni, quattro notti a settimana, per sei ore, ha realizzato murales illegalmente. Fino a quando non sono stato notato dalle gallerie d’arte. Da quando avevo 7 anni sapevo di voler diventare un artista, poi l’adolescenza e gli studi fino all’università. Poi è il momento di fare il salto e di venire allo scoperto. Così, ho dovuto trovare un modo per farmi riconoscere. Mi sono reso conto che i negozi e i marchi sono le nuove religioni. E ho deciso di giocare su questo e cercare di reinventare quello che vedevo nelle strade.

Come è la tua giornata?

Ogni giorno è diverso è diverso, lavoro 6-7 ore nello studio ogni giorno ma quando ho l’ispirazione le ore possono diventare 15. Quando lavoro la categoria del tempo non esiste, diventa qualcosa di’altro. Ogni mia opera comincia sul pc e poi sul finisce sulla tela. A volte la notte vado a dipingere con i miei spray. Do importanza anche alle pause e al relax, che sono fondamentali.

E se ti riconoscono?

Metto sempre la maschera. Ho iniziato illegalmente e questa è la mia cifra distintiva. Di notte non mi riconoscono, riconoscono magari l’opera. Comunque io non voglio che mi si veda.


Ami Londra?

Sì. Amo le grandi città. Hanno sempre delle vibrazioni e sono uno stimolo per me. Nelle grandi città succede sempre qualcosa e mi piace vedere come si muovono le persone per le strade.

Cos’è per te il lusso?

Libertà. Di fare quello che si vuole.

Il cambiamento climatico ti angoscia?

Ne sono consapevole e cerco di ragionare su quanto sta succedendo ma non sono angosciato. Siamo solo una parte così piccola dell’universo…non dobbiamo prenderci troppo seriamente.