Quest’anno la fiera torinese aperta ai giovani e alle sperimentazioni si arricchisce di performance e del contributo di Maurizio Cattelan. In città, arte antica e musica.

Il calendario delle fiere dell’arte si riaggiorna in questi giorni nel capoluogo piemontese. Dopo Frieze a Londra e il Fiac a Parigi, tocca ad Artissima. Più periferica, va da sé, ma con una sua specificità che si contraddistingue per l’attenzione all’arte giovane e alla sperimentazione. Sempre più ambiziosa, la kermesse torinese annuncia quest’anno una grande novità. Si tratta di Per4m, la rassegna dedicata all’arte della performance che diventa anche qui materiale da mercato dell’arte, dopo Basilea, che con 14 rooms lo scorso giugno ha sdoganato il soggetto, avviando un trend. Il programma prevede 16 performance distribuite sui 4 giorni della fiera e include artisti come Cally Spooner (già scelta da Frieze Film 2014) che canta Tina Turner o Sinatra, o Giovanni Morbin che personalizzerà i biglietti di ingresso.

L’altro progetto che sta facendo da traino alla comunicazione dell’intero evento fieristico avviene in realtà fuori dal Lingotto, nel cuore della città, quest’anno nello specifico nella storica residenza di Camillo Benso Conte di Cavour. Si tratta di Shit and Die, progetto unico per One Torino (che prosegue fino all’11 gennaio). La direttrice di Artissima, Sarah Cosulich, ha voluto un personaggio “rischioso”, secondo alcuni, come Maurizio Cattelan, in qualità di curatore, il quale ha chiamato a raccolta in questa impresa le giovani curatrici Myriam Ben Salah e Marta Papini. La mostra prende le mosse da un’operazione di speleologia nel territorio torinese, alla ricerca dell’essenza di Torino in personaggi e cose, riportata nel contesto di una riflessione su questioni universali.

La quantità di gente che ieri sera faceva la coda sotto Palazzo Cavour, per entrare alla gremita inaugurazione, la dice lunga sulla popolarità dell’ “artista in pensione”. Insospettabili signore in pelliccia e uomini in gessato hanno atteso pazientemente il loro turno per essere marchiati dal timbro “Shit and Die” che Maurizio Cattelan in persona imprimeva sulla pelle degli ospiti in sollucchero. Ecco dove finisce la compostezza sabauda. Spettacolare l’installazione che accoglie lo spettatore sullo scalone d’ingresso: un muro di dollari, un déja vu, che fa il verso al lavoro di Hans-Peter Feldmann (prodotto per l’Hugo Boss Prize al Guggenheim), accusato a sua volta dall’artista torinese Gianni Colosimo di avergli rubato l’idea. In perfetto stile Cattelan. Opera satellite di Shit and Die è inoltre il video Séance di Yuri Ancarani trasmesso in uno dei luoghi imperdibili della città di Torino, quale è la Casa Museo Carlo Mollino.

In tutta questa fregola di contemporaneo altri eventi paralleli ad Artissima rischiano di passare in sordina, ma anche Torino ha la sua rassegna dedicata agli Old Masters. Flashback è la fiera dedicata all’arte antica e moderna che si svolge quest’anno, alla sua seconda edizione dal 6 al 9 novembre, al Pala Alpitour di Isozaki all’insegna del motto: “tutta l’arte è contemporanea” (dalla celebre affermazione di Gino De Dominicis). Un invito a guardare con occhiali diversi all’arte storicizzata.

Non solo di arte vive Torino in questi giorni: il festival Club to club , diffuso in diversi luoghi della città, prosegue per tutta la durata della fiera. Venerdì serata al Lingotto con una line up che prevede Ninos du Brasil, Franco Battiato (con il nuovo progetto Joe Patti’s Experimental Group) e Fatima Al Qadiri a notte inoltrata.

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Artissima, aperta al pubblico dal 7 al 9 novembre, Torino