Tutto è pronto a Parigi per l’asta destinata a disperdere gli ultimi arredi dell’Hotel Ritz, celebrazione della tavola e dall’arte di vivere à la française. Ma in sala questa volta ci sarà solo il battitore.

“Gli oggetti hanno un’anima e io mi sento in dovere di proteggerli da un destino troppo funesto” scriveva Lydia Flem in Come ho svuotato la casa dei miei genitori, nel 2005. Ora, per chi è dotato di questo istinto (e di un buon portafogli), per tutti gli inguaribili appassionati di oggetti e per i nostalgici del vecchio mondo, Artcurial apparecchia l’ultima asta dedicata alle proprietà storiche del celeberrimo Hotel Ritz.

Dopo aver chiuso trionfalmente nel 2018 quella dedicata agli arredi – le cifre di vendita erano arrivate a superare di sette volte le stime iniziali – la prossima si terrà a Parigi tra il 21 e il 23 giugno ed è intitolata all’Art de la table e all’arte di vivere francese.

Quasi 1500 lotti tra argenterie, corredi in lino, set di porcellane finissime e cristalleria: tutti oggetti che hanno animato le grandi colazioni e le notti infinite e risalgono a un lungo periodo ben più memorabile di quello attuale. Allora vi bazzicavano personaggi come Marcel Proust, che dalla lobby dell’hotel attingeva gossip essenziali per la sua ispirazione, o come Coco Chanel, che sebbene avesse un appartamento dietro l’angolo preferiva passare le notti nella “sua” suite guarnita con paraventi di Coromandel (e dove infine morì). Il proibizionismo portò qui musicisti e scrittori in fuga dall’America, come Cole Porter, Francis Scott Fitzgerald o Ernest Hemingway che – così assiduo frequentatore del bar da lasciarci pure il nome – affermò: «L’unica ragione per non stare al Ritz è se non puoi permettertelo». E divenne perciò luogo d’elezione di principesse in esilio, star del cinema, grandi ereditiere e intellettuali celebri.

Ma anche un hotel tanto iconico, a poco più di un secolo dalla sua inaugurazione cominciava a dare segni di decadimento. Quando alcuni anni fa il ministero del turismo francese non incluse il Ritz tra i “palaces” della città, categoria riservata ai cinque stelle con un carattere speciale, il grande albergo di Place Vendôme chiuse i battenti per rinnovamento lasciando peregrini i suoi adepti. Riaprì dopo quattro anni di lavori, nel 2016, tirato a lucido e completamente riammodernato sotto la direzione dell’architetto Thierry Despont.

E così i cascami della sua storia sono oggi, per l’ultima volta, disponibili sul mercato e saranno dispersi da un colpo di martello. Visti i tempi eccezionali, nel rispetto delle regole di sicurezza, il battitore aggiudicherà i lotti a porte chiuse, mentre i contendenti potranno fare le loro offerte online o in collegamento telefonico. Tra i lotti che si prevede riscuoteranno maggior successo, ci sono naturalmente i bicchieri del leggendario Bar Hemingway con incisa la dicitura di provenienza (stima: 400-600 euro); il servizio da tavola “Marthe” commissionato da César Ritz alla manifattura di Limoges per l’inaugurazione, nel 1898, decorato da arabeschi verdi e blu (stima: 150-200 euro); un carrello portavivande in legno colorato con intagli d’argento Christofle (stimato tra i 4.000 e 6.000 euro).

Per chi sa leggere nell’anima degli oggetti, queste cose hanno grandi storie da raccontare.