Automatic For The People dei R.E.M. compie 30 anni
(Photo by Paul Natkin/WireImage)

Automatic For The People dei R.E.M. compie 30 anni

di Valentina Giampieri

Storia e curiosità di un disco culto, che, oltre a confermare il talento dei R.E.M., ha salvato anche delle vite

Automatic For The People può essere considerato una sorta di prova del nove per Michael Stipe e soci. Dopo il passaggio da I.R.S. a una major, Warner Bros, avvenuto con Green nel 1988, i R.E.M. letteralmente esplodono con il disco successivo, Out Of Time. È il 1991 e non sono certo dei novellini: alle spalle hanno già altri 5 “album gavetta”. Proprio con OOT però comincia la loro inesorabile scalata verso il successo mondiale.

Inserito in questo contesto, Automatic For The People diventa inevitabilmente il disco della conferma. Dimostrare di essere all’altezza di quel big bang e magari puntare pure al rialzo non è affatto semplice, specie dopo una super hit come Losing My Religion, quattro milioni e mezzo di copie vendute negli Stati Uniti e oltre 18 milioni in tutto il mondo. Gli occhi dei fan e degli addetti ai lavori sono tutti puntati su questi quattro ragazzi di Athens, Georgia e le aspettative non vengono disattese.

La copertina


Quella specie di stella al neon, che compare nella foto di copertina, faceva parte dell’insegna del Sinbad Motel a Miami (Florida). Il motel è a un paio d’ore dai Criteria Studios, dove i R.E.M. registrano la maggior parte del disco. Il motel c’è ancora, ma la stella non più: è stata danneggiata da un uragano, sul tetto è ancora presente il supporto inclinato su cui era attaccata.

Pare che invece il titolo dell’album derivi dall’insegna di Weaver D’s Delicious Fine Foods: “automatic for the people” era scritto proprio sotto al nome della tavola calda. Si trovava vicino all’università di Athens ed era un ritrovo abituale per Stipe e gli altri agli inizi.

 

Drive e la rissa nel backstage

Drive è stato il primo singolo, pubblicato pochi giorni prima dell’uscita dell’album.
Michael Stipe, nel 2009, ha raccontato a Rolling Stone di essersi ispirato per il testo a Rock On di David Essex: «Prima del Punk, c’erano alcune canzoni che risuonavano in me e una di queste era proprio Rock On. Drive è un omaggio a quel pezzo. È stato il primo che ho scritto al computer, prima lavoravo con una macchina da scrivere. La mia calligrafia cambia radicalmente di giorno in giorno, a volte scrivo uno dei migliori testi di sempre e lo scarto perché la calligrafia fa schifo».

Nel pezzo, Peter Buck, il chitarrista, ha usato un nichelino come plettro per l’assolo a metà canzone, voleva ottenere un suono più nitido. Ha sovrainciso il brano sei volte.

Il video, in cui Stipe fa crowd surfing mentre esegue la canzone, è opera del regista Peter Care (ha lavorato anche con Bruce Springsteen, Tom Petty, Depeche Mode), che lo ha girato in bianco e nero alla diga di Sepulveda, a Los Angeles. «La cosa interessante di quel video è quello che è successo nel backstage», ha raccontato Stipe, «Lo abbiamo girato a Los Angeles con mille comparse, c’era anche River Phoenix. Ci siamo divertiti molto, finché non è arrivato Oliver Stone. Credo avessero bevuto entrambi e hanno fatto a pugni nella mia roulotte. Ha vinto River».

The Sidewinder Sleeps Tonite, la luce nell’oscurità

Oltre al titolo, questa canzone ha un attacco molto simile a The Lion Sleeps Tonight dei The Token. I R.E.M. però sono stati dei veri signori e invece di “citare” semplicemente il pezzo, hanno deciso di pagare i diritti di utilizzo. Come parte dell’accordo, viene chiesto loro di incidere anche una cover dell’originale: versione che appare nel singolo, pubblicato nel 1993.

Nel testo viene citato il Dr. Seuss (popolarissimo autore di libri per bambini) e Michael Stipe durante le registrazioni continua a sbagliare e a dire ‘Zeus’. Le risate che si sentono nel pezzo sono proprio le sue, ride della sua incapacità di pronunciarlo correttamente, nonostante Mills cerchi in tutti i modi di correggerlo.

«Abbiamo inserito questa canzone in Automatic For The People per rompere l’atmosfera prevalentemente cupa dell’album», ha spiegato Buck, «I temi del disco sono la mortalità, il passare del tempo e il suicidio, sentivamo il bisogno di creare un punto luminoso. Anche se a posteriori abbiamo tutti convenuto sul fatto che fosse un po’ troppo leggero».

Everybody Hurts e un tema delicato

Everybody Hurts è quasi tutta farina del sacco di Bill Berry, il batterista ed è una canzone contro il suicidio. Berry voleva in qualche modo raggiungere le persone che sentivano di non avere più speranze per dare loro un po’ di conforto. Alla batteria però non c’è lui, ha fatto tutto una drum machine Univox. «Era perfetta per il senso di metronomo della canzone», ha dichiarato Mike Mills, il bassista, «Io e Michael l’abbiamo incisa dal vivo con questa drum machine che è quanto di più legnoso si possa avere, proprio perché volevamo ottenere questo flusso: umano e non umano al tempo stesso». Dell’arrangiamento degli archi invece si è occupato John Paul Jones, bassista dei Led Zeppelin.

Lo Stato del Nevada, con un alto tasso di suicidi, ha consigliato l’ascolto della canzone alle persone in difficoltà. «So che la nostra canzone ha salvato delle vite», ha detto Michael Stipe orgoglioso, «È un po’ il mio Oscar, il mio oro su una mensola. Che qualcosa che abbiamo fatto abbia avuto un impatto così profondo sulla vita di qualcuno è bellissimo».

Nightswimming, una storia di bagni proibiti

Mills ha costruito Nightswimming al pianoforte, basandosi su un ricordo d’infanzia che coinvolge la band: «Ci intrufolavamo nella proprietà di un tizio ad Athens e andavamo a nuotare in questa pozza d’acqua. Era fantastico, una trentina di noi che correvano verso l’acqua completamente nudi. Era prima dell’AIDS e tutto quello che succedeva, succedeva e basta».

«Ci vedo un po’ della vita interiore di Michael», ha detto Jason Isbell, che ha registrato una sua cover della canzone, «Non so se parli davvero dell’essere gay nel Sud, ma è quello che ho sempre pensato. Ci sono così tanti riferimenti al nascondersi in quella canzone e al sentirsi liberi. Non è la mia esperienza, ma mi ci sono immedesimato attraverso la canzone ed è questo che la rende così bella».

Nightswimming è stata registrata ai Criteria Studios di Miami, dove incidevano anche Derek And The Dominos, il supergruppo rock di cui faceva parte Eric Clapton. Il pianoforte che Mills ha suonato è lo stesso che Bobby Whitlock e Jim Gordon avevano usato per il finale di Layla.