

Ayrton Senna, campione bello e pensoso in 10 foto
Brasiliano atipico, riservato e introverso, elegante nei modi e alla guida. E certo, anche aggressivo, come in quel “Lap of the Gods”, il giro perfetto
«Ayrton era un'opera d'arte», ha detto di lui l’ex pilota di Formula 1 Emanuele Pirro. Oggi, 21 marzo, Ayrton Senna avrebbe compiuto 62 anni.
Brasiliano anomalo, non era allegro e scanzonato come il connazionale Nelson Piquet. Non è un caso che la statua dedicatagli, all’interno dell’Autodromo di Imola nei pressi della Curva del Tamburello, dove il 1° maggio 1994 Senna ebbe l’incidente mortale, lo raffiguri pensieroso e raccolto in sé. Non era propriamente timido, Ayrton, ma sicuramente introverso e riservato, elegante nei modi e alla guida.

Campione da 65 pole position conquistate e 41 gare vinte, con ascendente da divo di Hollywood, Ayrton Senna conserva l’aura da eroe affascinante, anche se in pista non era di certo un tenerone. A Suzuka nel 1990, per vendicarsi del rivale di sempre, Alain Prost, a suo dire illecitamente favorito in Giappone l’anno prima, lo fece uscire di pista, speronandolo a oltre 270 km/h, con ferocia potenzialmente letale.
Re della pioggia e di Monte Carlo, Ayrton Senna detiene tuttora il record di vittorie sulla prestigiosa pista monegasca. E ha scolpito negli annali gare epiche.

Nel 1991 ottenne la tanto attesa prima vittoria nel Gran Premio di casa, a San Paolo, sua città natale: dal 60° giro ebbe problemi al cambio, con l’auto bloccata in sesta marcia, ma riuscì a controllare la vettura e a vincere. Tanto fu lo sforzo fisico, che a fine gara svenne.
E poi a Donington, nel 1993, cesellò il 'Lap of the Gods' (il giro degli dei), eletto miglior primo giro della storia della Formula 1. Pioveva e Senna si esaltava sul bagnato: nello spazio di un minuto e mezzo passò dal quinto al primo posto, sorpassando Michael Schumacher, Karl Wendlinger, Damon Hill e un Prost stupefatto, con virtuosismo esemplare e determinazione audace.

Classe, intensità, coraggio, ma anche un’umanità vibrante e a suo modo straordinaria: fuori dalla monoposto donava parte dei suoi guadagni in beneficenza.
«Siamo fatti di emozioni, siamo tutti alla ricerca di emozioni, si tratta solo di trovare il modo per viverle», disse.
Ayrton Senna si sentiva anche connesso con qualcosa di superiore: nel 1988, quando a Suzuka vinse il suo primo titolo mondiale, disse di aver visto il volto di Dio.

Quel 1° maggio 1994, 34 anni compiuti da poco, Ayrton Senna era pensieroso. Un nuovo rivale, più giovane e risoluto, stava prendendo campo, Schumacher. In più, la morte di Roland Ratzenberger 24 ore prima a Imola, preceduta dallo spettacolare incidente che aveva coinvolto il suo connazionale Rubens Barrichello, lo aveva portato a considerare seriamente il ritiro.
Lo ricordiamo in queste 10 foto.