A Venezia la 15a Esposizione Internazionale di Architettura nel segno del progresso sociale.

Uno dei più noti saggi di Alain de Botton s’intitola Architettura e felicità e indaga il rapporto tra l’ambiente in cui viviamo e il nostro benessere. Non è un mistero che la luce che penetra nelle case e gli oggetti di uso quotidiano di cui ci circondiamo hanno conseguenze sul nostro stato d’animo. Al fondo di Reporting from the front, la Mostra Internazionale di Architettura diretta da Alejandro Aravena e organizzata dalla Biennale di Venezia, c’è un esattamente questo, non una riflessione sui progressi dell’architettura per sé, ma intesa come “mezzo per migliorare la qualità di vita delle persone”, secondo quando afferma lo stesso Aravena.

Il cinquantanovenne architetto cileno immagina questa Biennale come l’espansione del frammento di un racconto di Bruce Chatwin contenuto in Che ci faccio qui?, quello in cui lo scrittore riferisce della ricercatrice Maria Riche, la scienziata che si issa su un trespolo nelle terre della pampa per vedere meglio. Questa signora torna sulla locandina della mostra, e scorge un panorama sommariamente sconfortante, come racconta il direttore della Biennale Paolo Baratta: “Un suolo desolato fatto di immense zone abitate dall’uomo delle quali l’uomo non può certo andare orgoglioso, realizzazioni molto deludenti che rappresentano un triste infinito numero di occasioni mancate per l’intelligenza e l’azione della civiltà umana. Molte realtà tragiche, altre banali che sembrano segnare la scomparsa dell’architettura”. Ma intravede anche, qua e là, segni di una creatività che è il seme della rinascita. Sono proprio i messaggi incoraggianti, le zone in cui l’architettura non è scollata dalla società, ma dove porta conforto e “felicità” per dirla con Alain de Botton, il focus di questa 15a Biennale di Architettura, dove si affrontando temi attuali come le migrazioni, le disegualianze, l’inquinamento, la qualità della vita. E’ questa la trinecea dell’architettura sociale che, va detto, esiste. E’ lo stesso Alejandro Aravena in primis a mettere online un suo progetto, gratuitamente, a uso e consumo dei più poveri. Ma, passata l’epoca del modernismo, è ancora una goccia nell’oceano.

Gli 88 partecipanti all’esposizione internazionale provengono da 37 paesi, 50 sono new entry e 33 hanno meno di 40 anni. Gli eventi collaterali di cui si arricchisce la Biennale sono invece tre: l’esposizione Reporting from Marghera and other waterfronts curata dall’architetto Stefano Recalcati, A world of fragile parts, a cura di Brendan Cormier, primo atto della collaborazione con il Victoria & Albert Museum e, infine, un padiglione curato da Ricky Burdett dedicato ai temi dell’urbanizzazione, Report from cities: Conflicts of urban age.

Reporting from the Front: 15a Mostra Internazionale di Architettura

Dal 28 maggio al 27 novembre, 2016

Giardini e Arsenale, Venezia