Britney Spears vista dal New York Times

Britney Spears vista dal New York Times

di Clara Mazzoleni

Un documentario del New York Times ripercorre la storia (travagliata) della popstar

Cos’è successo a Britney? E chi è veramente? Quello che sappiamo è che non si esibirà più finché suo padre sarà responsabile delle sue finanze. La carriera di una delle più grandi superstar della musica è finita su un binario morto.  Che storia triste e disgraziata quella che viene fuori guardando Framing Britney Spears, il documentario del New York Times trasmesso su Hulu e FX, di cui si è molto parlato nelle ultime settimane, che cerca di far luce sulla vicenda ancora velata di mistero dell’artista americana. Britney aveva 16 anni quando il suo singolo Baby One More Time le fece raggiungere la fama mondiale.  

Nonostante il testo di quella canzone e il video molto ammiccante (responsabilità però degli adulti che l’avevano lanciata), l’immagine della ragazza sembrava quella di un’adolescente sana. In un vecchio filmato mostrato nel documentario, un’intervistatrice le dice: «Per molti sei una contraddizione. Da un lato, sei un tipo vergine dolce e innocente; dall’altro, sei una vampira sexy in mutande».  Ed ecco il leitmotiv che l’accompagnerà per anni nella voragine mediatica: talk show, paparazzi, scandali sentimentali (il fidanzamento con Justin Timberlake quello che l’ha probabilmente più danneggiata). E poi amicizie eccessive, capelli rasati, e infine una sorta di ridicolizzazione che la trasforma in un meme vivente.

Frazer Harrison / Getty Images)
#FreeBritney Protesta fuori dal tribunale di Los Angeles (California)

Nel 2008, all’età di 26 anni, Britney Spears finisce sotto tutela disposta dal tribunale. I suoi diritti sono limitati. Non ha il controllo del patrimonio che ha guadagnato come artista. Non può guidare, rilasciare dichiarazioni, vedere i propri figli da sola, parlare con qualcuno che non sia della sua famiglia. Il padre, Jamie, si impadronisce praticamente della sua vita. Nei mesi prima che la tutela entrasse in vigore, Britney stava affrontando il divorzio con Kevin Federline, che anche lui l’aveva chiamata in causa per la custodia esclusiva dei due figli piccoli. Questo anche perché i media l’avevano dipinta come una madre inadatta con possibili problemi di abuso di sostanze. La madre di Britney pensava che il suo ‘esaurimento mentale’ potesse in realtà essere stato la depressione post partum. Ora 39enne, sembra possa essere salvata solo dallo zoccolo duro dei suoi fan, che da qualche tempo, un po’ per gioco, ma poi sempre più seriamente hanno partecipato a #FreeBritney, una campagna per la sua “liberazione” che nel 2020 è finita più volte in tendenza su Twitter. Da qui nasce anche il documentario del New York Times, dal tentativo di capire quanto Britney sia vittima di un’ingiustizia colossale e quanto, invece, sia vittima di se stessa.

La sua reazione fino a questo momento è stata sibillina. Ha postato su Instagram il video di un’esibizione di Toxic scrivendo: «Mi piacerà sempre stare sul palco… ma mi sto prendendo il tempo per imparare a essere una persona normale… voglio semplicemente godermi la vita di tutti i giorni. Ogni persona ha la sua storia e il suo punto di vista sulle storie degli altri. Abbiamo tutti così tante vite, belle, luminose, diverse. Ricordate, qualunque cosa pensiamo di sapere sulla vita di una persona, non è niente in confronto alla persona reale che vive dietro l’obiettivo».