C’è del bello tutto intorno a te. Progetti di arte diffusa in giro per l’Italia

C’è del bello tutto intorno a te. Progetti di arte diffusa in giro per l’Italia

di Paolo Lavezzari

I progetti di arte diffusa sono occasioni di viaggio per ricordarci quale museo a cielo aperto sia l’Italia

Più che il proverbiale zampino, nel progetto di arte diffusa Una Boccata d’Arte sembra piuttosto esserci la grande esperienza che la Galleria Continua di San Gimignano – uno degli organizzatori – ha maturato in 25 anni e 10 edizioni dell’evento Arte all’Arte. Una Boccata d’Arte funziona sullo stesso concept – commissionare installazioni  ad hoc in varie località – ma, mentre il celebre precedente si fermava ai confini della Toscana, questo si espande in 20 regioni dalle Alpi al Sud, isole comprese. Dunque 20 località, anzi borghi, perché l’intento del progetto, nato nel 2020, è quello di fare conoscere al pubblico ogni anno 20 indirizzi italiani dei quali scoprire le antiche tradizioni e le bellezze dei paesaggi. Il perché spiegano bene dall’organizzazione: «Grazie alla loro dimensione raccolta, i borghi diventano il luogo privilegiato per dar vita a un incontro autentico e ravvicinato con l’arte contemporanea, reso unico dal sorprendente dialogo che si genera fra territorio, opere d’arte, abitanti e visitatori. Le installazioni realizzate contribuiscono alla crescita del turismo rivolto alle aree interne, lontane dai principali flussi turistici e dai circuiti dell’arte, e invitano a riscoprire, con uno sguardo nuovo, storie e angoli di bellezza in tutta Italia». Racconta poi Maurizio Rigillo, direttore di Galleria Continua: «Il tempo di un sopralluogo, una breve residenza degli artisti per la prima volta nei borghi si sviluppa in un proficuo dialogo, dando vita a interventi e progetti artistici fortemente legati al territorio che li ospita. E proprio i valori dell’incontro e del dialogo ci hanno in particolare portato a ricercare e coinvolgere tre artisti ucraini, che per diversità di esperienze personali e di linguaggio, hanno arricchito con i loro progetti e la loro testimonianza, la terza edizione di Una Boccata d’Arte».


Ludovica Carbotta

Quindi, via dalla pazza folla e, fino al 18 settembre, tutti in giro per una porzioncina dei mille angoli che l’Italia, da quel museo a cielo aperto che è, custodisce. Snocciolare l’elenco delle 20 mete più i venti artisti sarebbe una cattiveria noiosa: non ce ne vogliano i diretti interessati, ma trovate tutto magnificamente spiegato sul sito apposito unaboccatadarte.it dove, per i curiosi, ci sono anche gli archivi delle due passate edizioni. Formula dunque di successo per questo suo modo intelligente di non appesantire e costringere la fruizione dell’arte con paludamenti museali, la mostra diffusa va da sé che funziona soprattutto nella bella stagione. Appena aperta (e fino al 2 novembre) sul lago d’Orta SOS Humanity dal significativo sottotitolo Can Art awaken the conscience of humanity? è un esempio di come con questi eventi si provi ad andare oltre l’intrattenimento e tentare anche discorsi più complessi. L’esposizione, spiegano infatti gli organizzatori, «intende essere un grido provocatorio di denuncia e nel contempo di speranza, una profonda presa di coscienza del difficile momento storico e sociale che l’intera umanità sta vivendo, in bilico tra epidemie globali, guerre, emergenze climatiche, degrado sociale, morale e antropologico, inquinamento ambientale e delle menti». È un scommessa che guarda molto in alto: parlare di speranza per il futuro e di una presa di coscienza mondiale non è uno scherzo in mezzo a tutto il baccano di questi tempi. 


Lake Orta with San Giulio Island

A lanciare l’SOS per porre rimedio all’inquinamento, al degrado sociale e ambientale prodotti dall’uomo sono Simone Benedetto, Silvia Della Rocca, Sergio Floriani, Omar Hassan e Helidon Xhixha con le loro installazioni sottolineate dalla bellezza degli scorci del lago d’Orta. Ancora su un lago, quello di Como comprendendo anche la sponda lecchese, si tiene fino al 6 novembre la prima edizione di La Scena dell’Arte, progetto diffuso di arte contemporanea che connette tra loro le due sponde storicamente diverse: l’una è da sempre meta del turismo internazionale mentre l’altra è stata il cuore manifatturiero del Lago. Nelle due sedi scelte dal curatore, il pittore Velasco Vitali, entrambe peculiari e ricche di storia e rimandi, si svolge una sorta di viaggio in cui si confrontano azione teatrale e arti visive. 


Bozzetto di costumi di Nicola Benoit

Per chiarire: mentre nell’antica Villa Carlotta, a Tremezzina, posta al centro di uno dei giardini botanici più spettacolari d’Europa, è allestito Il Teatro segreto, in cui due nomi senza bisogno di presentazioni come Antonio Marras e Ferdinando Bruni interpretano gli spazi della villa, creando un gioco di rimandi tra la poetica personale e la storia dell’edificio monumentale, sull’altra riva del lago, a Bellano, Straniamenti trasforma idealmente uno storico circolo operaio in una scenografia teatrale animata dalle opere di 20 artisti – e che artisti – giusto qualcuno: Nicola Benois, Giosetta Fioroni, Luigi Mainolfi, Aldo Mondino, Mimmo Paladino, 
Pier Luigi Pizzi, Emilio Tadini, Giovanni Testori, Paolo Ventura…

In mostra a Straniamenti sono bozzetti per scenografie, installazioni, costumi, locandine e studi di scena. Prima di concludere: se ha qualcuno il titolo La Scena dell’Arte suona familiare, qualcosa di già sentito, beh, ha ragione. Racconta infatti Velasco Vitali: «Il titolo prende in prestito quello del volume che raccoglie la straordinaria ricerca fotografica che Ugo Mulas dedicò agli artisti del 900. Qui è arbitrariamente utilizzato per raccontare quanto l’arte figurativa contemporanea si nutra e allo stesso tempo contamini la scena teatrale».That’s all folks!