Tre motivi per non perdere la rassegna romana

L’ormai consueto appuntamento romano con la cinematografia bulgara, quest’anno si arricchisce. Perché il 2015 segna il centenario della prima pellicola prodotta in Bulgaria, Il bulgaro elegante di Vasil Gendov. E già questo è un valido motivo per partecipare all’ottava edizione della Festa del Cinema Bulgaro. Ecco gli altri motivi per andarci.

Un po’ di storia. Cent’anni di film formano le tessere del mosaico culturale di un paese. E la rassegna di quest’anno propone una carrellata di visioni da grande schermo ottime per capire la Bulgaria di ieri e di oggi. La selezione dei film è stata in parte affidata ai bulgari stessi che hanno potuto votare le loro pellicole cult durante la trasmissione televisiva Le scarpe lucide del cinema bulgaro e comprende alcuni titoli noti anche in Italia, come Corno di Capra di Metodi Adonov, premio Carlovi Vari 1972 e Il ladro di pesche di Valo Radev del 1964. Dello stesso regista va in scena anche Anime condannate del 1975, accanto ad altri titoli poco noti e molto interessanti per conoscere la realtà bulgare durante il regime comunista, come Beata tra le donne (Alexander Obreshkov, 1978), storia di una ragazza madre, e Ieri (Ivan Andonov, 1988), una finestra sulla vita nei licei, raccontata con molta nostalgia, ma anche con molto realismo.

Novità in cartellone. Uno sguardo attento alle ultime produzioni locali per guardare a est. O meglio, un po’ più a est rispetto al nostro consueto punto di vista direzionato verso occidente. Ad aprire il festival infatti sarà Il giudizio di Stefan Komandarev, prodotto nel 2014 e presentato già a Venezia: una storia di confini, quello della Bulgaria con Turchia e Grecia, di amore e di perdita. Kiril Stankov presenta il suo July (2012), racconto di tre donne di tre generazioni diverse in cerca della propria libertà (e in fuga da criminalità, violenza e corruzione). Adulterio di Yavor Veselinov (2014) va dritto al cuore delle relazioni sentimentali e famigliari, in una visione intimista di una storia d’amore impossibile, mentre Hombre di Zahari Paunov (2015) è una storia tragicomica di amicizia nell’Europa dell’Est, ma decisamente lontana dalle classiche problematiche balcaniche.

Amicizia e tradimento. Sono questi i temi che legano tutte le proiezioni del festival, rappresentate in maniera forse esemplare dal film Il dossier Petrov, opera di Georghi Balabanov del 2015, ambientato negli ultimi anni del regime comunista. Un racconto di nostalgia, anche, nel tentativo di fermare i cambiamenti che stanno stravolgendo il paese.

Ma non è tutto: proprio stamattina i Ministri della Cultura dei due paesi, Dario Franceschini per l’Italia e Vezhdi Rascidov per la Bulgaria, hanno firmato un protocollo per la promozione delle coproduzioni cinematografiche e audiovisive.

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Festa del Cinema Bulgaro

Roma, 25-31 maggio