Cinque tra le più belle mostre da visitare per finire il 2021 in bellezza
Hannah Black & Juliana Huxtable & And Or Forever, Penumbra, 2021. Courtesy of the artists and Centre d'Art Contemporain Genève

Cinque tra le più belle mostre da visitare per finire il 2021 in bellezza

di Elena Bordignon

Girando per l’Europa, facciamo tappa in strutture museali che raccolgono delle mostre che per temi e opere, non possono che sollecitarci delle ottime riflessioni

Incontro tra opposti, contrasti stridenti, dicotomie tra le diversità. Le scelte artistiche che vi proponiamo non possono che essere suggerimenti estremi, volti a mostrare, proprio per la lontananza che le caratterizza, i loro aspetti più interessanti. 


Iniziamo il nostro tour con una mostra che si rivela già dal titolo: NOTHINGTOSEENESS – Void/White/Silence ospitata alla Akademie der Künste di Berlino (fino al 12/12). La forza di questa mostra, che raccoglie le opere di ben 75 artisti internazionali, sta nel voler raccontare le ricerche artistiche che fanno della riduzione, della monocromia e del minimalismo gli aspetti fondamentali. Il percorso inizia dalle ricerche degli anni ’50 e ’60 attuate dalle scene artistiche europee e americane, guidate da sommi maestri come Lucio Fontana, Ellsworth Kelly e Yves Klein per giungere ad artisti contemporanei come Olafur Eliasson, Pierre Huyghe e Katharina Grosse. Superfici cromatiche neutre, sculture minimali, installazioni che si mimetizzano con gli spazi vuoti del museo, fanno da pendant a opere filmiche che mostrano da solitari paesaggi artici a sperimentazioni visive al limite dell’astrazione.

Visioni catartiche si mischiamo a paesaggi visionari, mentre un essere androgino con delle orecchie al posto degli occhi, ci osserva inespressivo. L’immagine guida della Biennale de l’Image en Mouvement 2021 di Ginevra, non poteva che essere più enigmatica. L’edizione di quest’anno ha per titolo A Love Letter, a Wake-Up Call, or a Goodbye Song ed è curata da Andrea Bellini, il direttore del Centre d’Art Contemporain Genève assieme a DIS, uno dei collettivi curatoriali più interessati e attivi nel mondo dell’arte contemporanea. BIM 21 ospita i lavori video di 16 tra i più promettenti artisti in circolazione, tra cui Will Benedict & Steffen Jørgensen,  Simon Fujiwara e Camille Henrot. L’atmosfera della Biennale è caratterizzata da visioni immaginifiche e  mondi diversi da quello in cui viviamo, per stimolare un rifiuto creativo dello status quo, compreso l’attuale sistema economico.

 
L’arte e la moda vanno a braccetto da sempre, per sollecitare riflessioni che allargano i confini dei rispettivi ambiti. Questo è anche l’obbiettivo dell’interessante mostra sulla moda ospitata al MUDAM di Lussemburgo. L’esposizione ha per titolo Mirror Mirror: cultural reflections in fashion (fino al 18/04/22). Nelle sale museali sono raccolte le creazioni di nove tra i più controversi e sperimentali stilisti degli ultimi anni, che hanno realizzato degli abiti che hanno espresso il cambiamento in atto nella società contemporanea, avvenuto anche in relazione a internet, la digitalizzazione, l’accelerazione della globalizzazione. In mostra troviamo dalle ‘divise’ anni ’90 di Helmut Lang al sovvertimento dei codici sociali e di abbigliamento nelle creazioni di Bernhard Willhelm e Walter Van Beirendonck; alla fusione di diverse culture di Chalaya in dialogo con la moda concettuali di Martin Margela.

Artista, scenografo, illustratore, disegnatore di costumi: Domenico Gnoli (1933 -1970) è uno degli artisti italiani tra i più enigmatici e affascinanti di tutto il ‘900. La Fondazione Prada, nella sua sede di Milano, gli dedica una grande mostra che, per la prima volta, raccoglie 100 opere realizzate dall’artista dal 1949 al 1969 accompagnate da altrettanti disegni. Concepita dal curatore Germano Celant, la mostra è organizzata in una sequenza di nuclei monografici dipinti dall’artista con uno stile magistrale: poltrone, busti, acconciature, scarpe, bottoni e cravatte sono alcuni dei tanti temi rappresentati da Gnoli su grandi tele di diverso formato. Raccontava l’artista del suo lavoro: “Mi servo sempre di elementi dati e semplici, non voglio aggiungere o sottrarre nulla. Non ho neppure avuto mai voglia di deformare: io isolo e rappresento. I miei temi derivano dall’attualità, dalle situazioni familiari della vita quotidiana; dal momento che non intervengo mai attivamente contro l’oggetto, posso avvertire la magia della sua presenza.”

Da Milano ci spostiamo a Roma per la bellissima mostra ospitata fino al 9 gennaio alle Scuderie del Quirinale, Inferno, ideata da un sommo storico dell’arte come Jean Clair. Parte delle grandi iniziative che celebrano il settimo centenario della morte di Dante Alighieri, la mostra scruta l’universo infernale, le sue atmosfere, i suoi paesaggi e suoi abitanti, raccontandone la fortuna iconografica nel corso dei secoli. Spaziando dal Medioevo ai giorni nostri, la mostra raccoglie capolavori della storia dell’arte come il dipinto Voragine infernale di Sandro Botticelli, la spettacolare versione in gesso della celeberrima Porta dell’Inferno di Auguste Rodin il Giudizio Finale di Beato Angelico, Le tentazioni di Sant’Antonio Abate di Jan Brueghel, Lucifero di Franz Von Stuck,  Sternenfall di Anselm Kiefer.