A Roma una mostra inconsueta parla di identità e anonimato nel ritratto pittorico. Da Obama a Elisabetta II

Raccontare la realtà in forma di negativo fotografico è un modo per dichiarare un punto di vista inconsueto. Se poi la figura in negativo non è uno scatto fotografico ma un dipinto su tela, l’effetto straniante è ancora più forte. Succede alla galleria Maja di Roma che il 12 febbraio inaugura la mostra I Am the President. Tra identità e anonimato, in cui sette ritratti in negativo raccontano l’identità sociale dei personaggi stessi, mettendo però in luce una quarta dimensione, quella introspettiva.

Garantita dal ribaltamento dei piani che propone l’immagine in negativo, l’identità introspettiva sembra emergere per differenza: cambia lo schema corporeo e la luce del dipinto annuncia una luminosità interna, quasi ci fosse un’altra figura pronta ad emergere. Ecco il gioco tra identità e anonimato. Che viene accentuato, a sua volta, dalla scelta da parte dell’artista di non rivelare il proprio nome. Il rapporto dell’opera con lo spettatore diviene centrale, senza alcuna distrazione sulla storia e la personalità dell’artista. E in questa immediatezza ricade anche la citazione dello scatto fotografico: quelle in mostra sono istantanee pittoriche, negativi da sviluppare, ritratti in divenire di un’introspezione.

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I Am the President. Tra identità e anonimato

a cura di Daina Maja Titonel

MAC MAJA ARTE CONTEMPORANEA, Roma, 12 febbraio – 22 marzo