“Atlante del gesto” inaugura l’attività performativa del nuovo spazio milanese. Tra spettacoli, film e partecipazione diretta

Se la si riduce alla sua entità minima, la danza è un gesto. Una serie di gesti, compiuti nello spazio e declinati su uno spartito musicale. In questo modo, la musica diventa un’unità spaziale, lo spazio assume i connotati di elemento temporale e il corpo si fa strumento. E quello strumento racconta storie, che sia da solo o in compagnia.

A partire da queste riflessioni, Virgilio Sieni, coreografo e direttore della Biennale danza di Venezia, ha messo a punto un Atlante del gesto: un ciclo di azioni coreografiche che inaugura le attività performative alla giovane Fondazione Prada di Milano.

l’Atlante del gesto si compone di diversi appuntamenti che vedono protagonisti 74 danzatori professionisti e non, due musicisti, Roberto Cecchetto e Michele Rabbia, progetti peri giovanissimi tra i 10 e i 13 anni e una serie di proiezioni per Videodanze 1960-1980.

Nucleo del progetto sono le azioni coreografiche che si svolgono negli spazi progettati da Rem Koolhaas e con le tracce rimaste dell’allestimento Serial classic a cura di Salvatore Settis e ora terminato: sostituire la staticità delle statue classiche con il dinamismo dei danzatori e delle figure coinvolte nelle azioni coreografiche è l’obiettivo. Origine, Rituale, Annuncio, Gravità e Nudità sono le azioni che compongono le coreografie, messe a punto da copppie di madri e figli tra i 10 e gli 80 anni, danzatori e interpreti non professionisti, fino all’ultimo tema, in cui il gesto viene ricondotto alla sua forma più semplice. Nuda, appunto.

Il viaggio nel pianeta danza prosegue poi nel cortile, all’aperto, nell’edificio della biblioteca e dentro il cinema. Per immergersi totalmente in una gestualità altra.

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Atlante del gesto

Fondazione Prada Milano, dal 18 settembre al 3 ottobre