Con una mostra al Mast di Bologna e una rassegna al Lucca Film Festival, il regista americano è ancora al centro della scena

Artista poliedrico e visionario dal tocco inconfondibile, David Lynch torna periodicamente a far parlare di sé, vuoi come regista, vuoi come artista, da quando alla Fondation Cartier (nel 2007) svelò con i suoi “lavori su carta” un mondo interiore complesso, che fremeva per manifestarsi e a cui l’elaborata messa in scena su pellicola non poteva bastare.

Oggi la sua serie fotografica dal titolo The Factory Photographs approda alla Gallery della fondazione Mast di Bologna per una mostra curata da Petra Giloy-Hirtz. Immagini di edifici industriali che testimoniano la fascinazione di Lynch per certi contesti, un bianco nero cupo e fuligginoso come un carboncino, compendio di un lavoro trentennale cominciato nel 1980 di documentazione di luoghi desolati tra Berlino, la Polonia, l’Inghilterra, New York, il New Jersey e Los Angeles e decadenti monumenti dell’industrializzazione: fabbriche, ciminiere, macchinari e comignoli che sembrano covare un mistero e sono per lui una vera ossessione.

A corollario delle foto anche un’installazione sonora e la proiezione dei suoi primi cortometraggi, sconosciuti ai più, una chicca per gli estimatori di David Lynch. Intanto ai suoi film più noti è dedicata la rassegna in programma alla Cineteca di Bologna tra il 27 e il 30 settembre mentre, parallelamente, al Lucca Film Festival si celebra il regista americano che, per un imponderabile caso, farà la sua apparizione durante la giovane e frizzante rassegna cinematografica toscana partecipando a una serie di conferenze e conversazioni.

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Per maggiori informazioni sugli eventi del Lucca Film Festival: luccafilmfestival.it

The Factory Photographs, Mast, Bologna, 17 settembre-31 dicembre