I segni della storia: alla Triennale di Milano le foto di Paola De Pietri

To face è il titolo della mostra dedicata a Paola De Pietri dalla Triennale di Milano a cura del Museo di Fotografia di Cinisello (dal 2 marzo al 1 aprile 2013). È una parte del progetto che la fotografa ha realizzato tra il 2009 e il 2011 lungo il fronte italo-austriaco della Prima Guerra Mondiale.

Numerose sono le opere di committenza pubblica, sia di osservazione del territorio sia di riflessione su dinamiche sociali, in cui l’artista è coinvolta, e presentate in occasione di importanti esposizioni in Italia e in Europa. Nel 2009 De Pietri ha vinto il premio triennale Albert Renger-Patzsch per la pubblicazione del volume To face, edizione Steidl. In questa mostra l’artista indaga i residui di una guerra che con trincee e bombardamenti ha modificato l’ambiente, e ricerca i segni della storia non ancora cancellati. Segni confusi coperti dall’erba o dalla pietra, indizi quasi invisibili. Paola De Pietri riesce a raccontare la complessità e la durezza degli eventi fotografando ciò che non c’è più. La sua fotografia è, dunque, soprattutto memoria della storia nelle tracce materiali del paesaggio. Questo paesaggio non ha nulla a che vedere con la rappresentazione della montagna nell’immaginario del turismo, non è fondato sulla meraviglia. L’artista evita l’inganno dei colori saturi e brillanti, delle luci attraenti e quasi irreali del paesaggio, scegliendo invece un linguaggio visivo dai toni smorzati, sottili e antispettacolari. Qui la fotografia si esprime in tutta la sua capacità evocativa e anti-didascalica, rendendo il racconto e l’ambiente in tutto il suo fascino.
Il grande formato delle opere (130 x160 cm) aiuta l’osservatore a entrare nell’ampiezza dei paesaggi e con il suo sguardo vive la mostra passando tra gli alberi di Sella di Somdogna, attraversando i rovi di un bosco lungo il Lago Misini fino a entrare in un tunnel di pietra sulla Strada delle Gallerie del Monte Pasubio. Secondo Paola De Pietri in questi luoghi, ora destinazioni di gite e di vacanze, è difficile sentire gli echi delle battaglie e il dramma che ha avuto luogo quasi 100 anni fa poiché “l’innocenza del presente sembra aver cancellato la violenza del passato’.

Testo di Paola Corapi