Il cenacolo vinciano secondo Warhol e un’indagine artistica sull’alfabeto

Andy Warhol e Leonardo da Vinci hanno un legame ormai antico. Perché quella celebre rielaborazione da parte del maestro della Pop art de L’ultima cena risale al 1986. Un’opera molto significativa nella storia di Warhol, quasi fosse il suo testamento pittorico: già malato ai tempi di quello straordinario lavoro milanese, Warhol morì pochi mesi dopo.

L’allestimento e la commissione dell’opera provenivano proprio da due istituzioni milanesi, in un dialogo ideale con il cenacolo vinciano: il refettorio delle Stelline infatti ospitò l’opera, commissionata dal Credito Valtellinese (che ha sede nello stesso palazzo), situato proprio di fronte alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove si trova l’opera leonardesca.

Da domani, 19 settembre, Leonardo di Warhol sarà in mostra nuovamente, insieme a una selezione dei ritratti a Warhol realizzati da Aurelio Amendola in un dialogo ideale per ricostruire la personalità del creatore della pop art. Fino al 29/10 alla Fondazione Stelline

Ha già inaugurato, invece, la mostra Alfabeto segnico. Sergi Barnils, Giuseppe Capogrossi, Achille Perilli, Juan Hernadez Pijuan. Un’indagine sulla ricerca del segno primario attraverso il lavoro di un gruppo di artisti diversi per provenienza, tra Italia e Spagna, e per generazione, curata da Alberto Fiz, che mostra l’evoluzione linguistica dagli anni 50 a oggi.

Non si tratta dell’utilizzo della scrittura, ma di una forma-segno che si pone come elemento creativo, espressivo, artistico. Uno spostamento del significante o forse la creazione di un linguaggio visivo, altrettanto (o forse maggiormente) incisivo di quello verbale. Come spiega il curatore, ‘L’alfabeto segnico non è mai stato così attuale. Loghi, simboli ed emoticon sono entrati nella nostra vita quotidiana come se fosse necessaria una semplificazione del messaggio, recuperando la dimensione emozionale’.

Alfabeto segnico, fino al 29/10, Fondazione stelline