Delta di fiumi, dighe, saline, deserti visti, fotografati e denunciati dal cielo nella mostra a Palazzo della Ragione

Uno come Edward Burtynsky, nato nell’Ontario, è abituato all’acqua. Se fa il fotografo gli viene naturale metterla al centro del suo lavoro. Il natio Canada è sensibilissimo ai temi ambientali: deve convivere coi grandi spazi e le speculazioni finanziarie che minano la salute dell’ecosistema.

Denuncia del bio marketing e al tempo stesso creare uno specchio della sconfinata bellezza della Terra sono al centro del suo interesse e della mostra allestita a Palazzo della Ragione di Milano.

E’ come essere in elicottero con Edward e guardare dal basso lo spettacolo del Delta del Colorado River. Oppure la forza dirompente dell’acqua sprigionata dalle dighe cinesi: si sono rovesciate su terreni e sistemi di vita atavici, è vero. Lo è altrettanto che guardare l’acqua con l’occhio di  Burtynsky desta meraviglia.

Come è orrendamente fascinosa la vista della fuoriuscita di petrolio. Il fotografo canadese grida il suo orrore ma descrive anche l’incanto. Che talvolta è puro e totale, come nel caso dei fiumi azzurri e verdi ritratti come le vene del palmo di una mano.

Così sembra di assistere a una nuova mappatura della natura, quasi che Burtynsky volesse essere un nuovo cartografo che viaggia da un angolo all’altro del nostro pianeta per mostrare quanto è fragile e quanto è bello. Un confine sottile, come quello tra il deserto e le case della Riserva Indiana del River Pima: c’è una semplice, sola strada che però spacca a metà lo stesso universo.

L’avventura prosegue sopra le cave e le saline, sulle vette delle montagne, sui campi irrigati con sistemi di massificazione idrica. Inseguiti dallo stupore e dal timore che possa di colpo svanire.

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Edward Burtynsky

Palazzo della Ragione, Milano

Sino al 1 novembre