Dal Cinquecento alla contemporaneità, viaggio nell’arte che narra il nostro Paese. Una mostra per Expo

Per presentare il Bel Paese in occasione di Expo, occorrevano anche le arti. Che ben raccontano il ruolo che l’Italia ha avuto nella storia della fascinazione verso gli artisti che da altri paesi vi approdarono. Furono infatti le bellezze monumentali e architettoniche a folgorare i viaggiatori, insieme ai paesaggi e agli stili di vita, narrati in opere pittoriche e scultoree prima, fotografiche poi. E che resero l’Italia maestra delle arti.

Tutto questo è narrato nella mostra Il fascino e il mito dell’Italia dal Cinquecento al contemporaneo, proposta alla Villa Reale di Monza. Si comincia con capolavori esemplari come quelli di Luca Cranach e Anton Van Dyck, Ingres e Rubens, accanto ai maestri italiani, fonte delle loro ispirazioni, come Botticelli, Correggio, Michelangelo, Tiziano, Pompeo Batoni e Canova.

Il percorso procede cronologicamente sino a giungere al XIX secolo, che si presenta con una sezione molto ricca, a cominciare dai lavori di Auguste Rodin, Fernand Léger, Salvador Dalì, Pablo Picasso e poi Henry Moore, con le sue sculture, Andy Warhol, che in tanti lavori si è ispirato all’Italia, Yves Klein, Christo, che impacchettò i monumenti di piazza Duomo a Milano, Anselm Kiefer, recentemente visto all’Hangar Bicocca milanese ma anche alla Fondazione Vedova di Venezia, William Kentridge, Candida Hofer e molti altri.

Del resto, i numeri basterebbero da soli per capire la portata di questa grande antologica sull’Italia: circa 120 opere in mostra,  70 enti prestatori fra pubblici e privati, di cui 40 locali e 30 stranieri.

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Il fascino e il mito dell’Italia dal Cinquecento al contemporaneo

Villa Reale di Monza,

23 aprile – 6 settembre

(con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Regione Lombardia, Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, Skira editore e Cultura Domani)