Una mostra a New York e un prezioso libro raccontano l’esplosione del folk nell’America post bellica

Intorno alla fine degli anni 50, alcuni isolati di Greenwich Village, a New York, ospitarono una rivoluzione. Quella della musica folk e della sua vitale esplosione in queste quattro strade depresse della città. Che passarono alla storia: ci transitarono tutti i grandi, inclusi Woody Guthrie e Bob Dylan, per scrivere un nuovo capitolo della cultura americana.

Quell’angolo newyorkese, fatto di personaggi esplosivi che animavano parchi, festival, club e sale concerto, era fatto anche delle case in cui i nuovi interpreti del folk si trovavano. Erano cioè le mura degli incubatori della creatività, pronti a scardinare le convenzioni sociali.

Tiutto questo, attraverso fotografie, manoscritti originali, chitarre e materiale sonoro insieme al lavoro di discografici coraggiosi, compone la mostra Folk City:New York and the American Folk Music Revival, ospitata al Museum of the City of New York fino al 29 novembre. Un’attenta ricostruzione di quell’epoca d’oro, affidata a musicologi che hanno riordinato il materiale espositivo, restituisce anche un quadro dell’America post bellica molto interessante.

Folk City: New York and the American Folk Music Revival è anche un prezioso libro, pubblicato e venduto anche online dal museo stesso.

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Folk City:New York and the American Folk Music Revival

Museum of the City of New York, fino al 29 novembre