Torna l’appuntamento di Icon con le mostre più interessanti del mese

Buoni propositi per il 2018: esplorare nuovi territori dell’arte, percorrendo strade poco illuminate per scovare talenti luminosi. Ma non solo: ripercorrere vecchi sentieri ormai poco battuti alla scoperta dei maestri di ieri. Questo il filo conduttore delle mostre di gennaio selezionate da Icon. Per invertire la marcia e trovare la via giusta.

Firenze. Eliseo Mattiacci – Misurazioni
“Vorrei che nel mio lavoro si avvertissero processi che vanno dall’età del ferro al Tremila”. A parlare è Eliseo Mattiacci, scultore italiano tra i più visionari del Novecento. Pioniere dell’arte povera ma ribelle a qualsiasi categorizzazione (si distaccò dal movimento nel 1969, rifiutando di partecipare a una mostra curata da Germano Celant), Mattiacci ha dato forma al rapporto tra uomo, spazio e società mettendone in scena le trasformazioni attraverso le epoche. Medium privilegiato: la scultura. Fatta di materiali improvvisati, di ferro e metalli malleabili. Ma anche la performance e il disegno. Una carriera fatta di tasselli eterogenei legati indissolubilmente da un interrogativo di fondo: quale ruolo può ricoprire lo scultore nella riformulazione dell’etica culturale in una società sempre più liquida? La Galleria Poggiali di Firenze ripercorre alcune delle tappe fondamentali della sua carriera nell’antologica Misurazioni, a cura di Lorenzo Bruni. Le sculture Misurazione dei corpi celesti (2003/2004) e Tempo globale (1990/91) sono poste in dialogo con i disegni Opera nel bosco (1983) e Occhio del cielo (2005), insieme alle fotografie della celebre performance Rifarsi del 1973. Firenze, Galleria Poggiali, fino al 24 febbraio 2018

Milano. Giulio Paolini. Teoria delle apparenze. Opere dal 1969 al 2015
È uno degli artisti concettuali più criptici del Novecento e la sua ricerca si è focalizzata sull’esplorazione tautologica e metafisica dell’arte. Dagli anni Sessanta a oggi, Giulio Paolini ha unito installazione, disegno, collage, calco in gesso e fotografia nella costruzione, mattone per mattone, di una riflessione sul rapporto tra arte e spettatore, sull’eredità dell’arte e del proprio lavoro. Origine e punto di arrivo di tutto, la prima opera Disegno geometrico del 1960, nella quale ha ricreato la squadratura della superficie. A celebrare la carriera di Paolini è oggi la Galleria Fumagalli di Milano con una mostra, curata da Angela Madesani e Annamaria Maggi, che vuole restituirne una visione d’insieme, dalle tele prospettiche degli anni Settanta alle citazioni teatrali e letterarie degli anni Ottanta, fino ai più recenti studi sull’identità. Milano, Galleria Fumagalli, dal 16 gennaio al 14 aprile 2018

Caserta. Matteo Montani – Unfolding
Unfolding, ovvero dischiudersi, fiorire, rivelarsi. Si sofferma sulle trasformazioni della materia e sull’apparizione/sparizione dell’immagine il progetto di Matteo Montani, artista romano classe 1972. La sua personale, curata da Alessandra Troncone, si sviluppa in tre luoghi: la Reggia di Caserta, che ospita una sua installazione, la galleria Nicola Pedana, in cui sono esposti studi di figura, sculture in cera soggette allo scioglimento e un lavoro di walldrawing in cui le figure emergono letteralmente dal muro grazie alla particolare tecnica del vanishing painting (pittura a scomparsa), e il Museo Madre di Napoli, dove verrà presentata una pubblicazione sul suo progetto. Idea centrale dell’opera di Montani è quella dell’arte come processo in divenire che si svolge sotto gli occhi del visitatore/spettatore, elemento partecipante delle trasformazioni materiche e visive dell’opera d’arte. Caserta, Reggia di Caserta, Galleria Nicola Pedana, fino al 30 gennaio 2018

Milano. La vita dalla mia finestra
Qual è l’eredità dell’Unione Sovietica nei paesi caucasici? E come viene tradotta dagli artisti del luogo? A porsi questi interrogativi è la galleria Laura Bulian di Milano, che con la collettiva La vita dalla mia finestra, a cura di Andrey Misiano, ha chiesto a sei artisti di varie regioni del Caucaso e della Russia – Babi Badalov (Lerik, Azerbaidjan), Lusine Djanyan (Ganja, Azerbaijan), Aslan Gaisumov (Grozny, Russia), Musay Gaivoronskiy (Dagestan, Russia), Taus Makhacheva (Mosca, Russia), Koka Ramishvili (Tblisi, Georgia) – di restituire la propria visione di quel complesso, intricatissimo rapporto dei territori ex sovietici con il proprio passato socialista. Il risultato è un ensemble di memorie e testimonianze – a partire dagli avvenimenti della guerra civile in Georgia nel 1991-1993 documentati da Koka Ramishvili nell’opera La vita dalla mia finestra, che dà nome alla mostra, fino alle riflessioni sulle guerre cecene di Aslan Gaisumov – che riassumono quella sensazione di “impossibilità di sentirsi a casa” che aleggia tra la popolazione del luogo, artisti compresi. Milano. Laura Bulian Gallery, fino al 26 gennaio

Roma. So Long
Hanno trascorso tre mesi a Roma e tre a Frisinga, in Germania, grazie ai programmi di residenza artistica 6ARTISTA. Progetto per giovani artisti, creato nel 2009 da Fondazione Pastificio Cerere, e artist-in-residence project (Transfer > Rome) della Schafhof – European House of Art Upper Bavaria. Gli artisti Thomas Berra, Elke Dreier, Corinna Gosmaro e Analia Martinez hanno trasformato la propria esperienza di scambio in opere che interloquiscono con la propria interiorità e con il territorio che hanno vissuto. Unica parola d’ordine: libertà. Di espressione, di pensiero, di rappresentazione. A esporre i loro lavori è la Fondazione Pastificio Cerere di Roma, tra le prime realtà ad offrire programmi di residenza artistica a Roma, nella mostra di fine residenza So Long. Roma, Fondazione Pastificio Cerere, fino al 14 febbraio 2018

Sempre in tema di residenze artistiche, la galleria Lastation di Gagliano del Capo, in provincia di Lecce, ospita ancora per pochi giorni la collettiva Sino alla fine del mare organizzata dall’associazione di produzione culturale Ramdom. In esposizione, i lavori degli artisti under 35 Roberto Memoli, Simona Di Meo, Nuvola Ravera e Jacopo Rinaldi realizzati durante una residenza di sei mesi a Gagliano del Capo. Le loro opere, tutte sviluppate in aperto dialogo con il territorio, trascendono i confini dello spazio espositivo per scendere nelle piazze, nei campi e tra le strade di Gagliano, mettendo in scena una mostra a cielo aperto. Insieme alle loro opere, la videoinstallazione Hall di Luca Coclite, una riflessione sentita sulle trasformazioni architettoniche e sociali del Salento attraverso un luogo simbolo: l’ecomostro Regina Pacis di San Foca. Un tempo colonia estiva per bambini, fu trasformato poi in un centro di permanenza temporaneo per migranti. Oggi diventerà un resort a cinque stelle per turisti. Prosegue dunque il suo destino di struttura di reclusione, questa volta di lusso, senza soluzione di connessione con il territorio circostante. Fino al 14 gennaio.