gIANMARIA

gIANMARIA

di Patrizio Ruviglioni

Per questo giovane cantautore, nato a X Factor ed esploso a Sanremo, l’immaturità è un valore. Come molti coetanei ha la testa zeppa di tormenti. Con la musica ha trovato il modo di raccontare con intelligenza ansie e paranoie della sua generazione.

Al contrario di tanti artisti della sua generazione, che già ora, giovanissimi, sono in pieno controllo della propria immagine, sanno come muoversi e sembrano maturi, al massimo del potenziale, si vede che gIANMARIA – cioè Gianmaria Volpato, da Vicenza – ha 20 anni. Si vede quando ammette che a Sanremo, dov’è stato in gara con Mostro, ha avuto paura soprattutto di «dimenticare le parole, di non riuscire a cantare». O si vede dalle sue canzoni, prove generali di cantautorato mischiato all’urban, piene di domande verso sé stesso, a volte senza risposta. L’immaturità, dice, è un valore. Mentre parliamo si tormenta il ciuffo biondo, è reduce da un febbrone post-Ariston. Ha un timbro vocale scuro, scherza: «Nel 2021 ero a X Factor: quando è finito sono passato da un milione di ascoltatori a 40mila. Li ho recuperati con il cucchiaino».


Se poi gli si fa notare che i 40mila da cui è ripartito non erano neanche pochissimi, sorride. Più di qualcuno, forse, aveva intuito che dietro quel ragazzo di provincia con la testa zeppa di tormenti e un’aria emo c’era qualcosa di speciale. Che non fosse, insomma, la solita popstar da fast food uscita da un talent, ma un diamante da sgrezzare. «Alla fine», dice, «racconto ansie e paranoie della mia generazione: non è difficile rivedersi». E poi si va per tentativi: «Prima scrivevo come fosse un flusso di coscienza, ora cerco un modo intelligente per porre i dubbi dei miei coetanei. Dubbi che magari non riescono ancora a formulare neanche a loro stessi». Una sorta di guida, insomma. Una voce della coscienza.


Abito
Aspesi, giubbotto K-Way, sneakers Givenchy, calze
Gallo

Anche Mostro nasce da uno di questi dubbi – “Ma che ti sembro un mostro?” – dopo un 2022 tosto e formativo, in cui si è trasferito a Milano. «Qui sono solo: ho dovuto imparare a diventare il migliore amico di me stesso». Un piccolo, nuovo romanzo di formazione. «Mia sorella è diventata mamma, ma non ho visto subito mia nipote perché ero in studio a lavorare. E mi sono sentito un mostro, sì». Eppure, spiega, ha anche dei mostri benefici, come quello che da sempre lo fa sentire “minore” degli altri e lo spinge a migliorarsi. 


Cappotto e pantaloni
Ann Demeulemeester

«Il problema di chi fa musica così giovane è che spesso sul palco diventa “qualcosa” senza aver capito chi è nella vita. Per me, invece, tutto questo serve anche a scoprire la mia identità. E so che prima o poi arriveranno periodi di magra, ma voglio farmi trovare pronto. Metto in conto di sbagliare, voglio basi solide. Cioè una scrittura che cresce con il tempo, un rapporto sincero con i fan». Parlando della sua carriera, da giovane Francesco Guccini si scherniva, cantava che “è una cosa piccola di ieri, che domani è già finita”. Poi sappiamo com’è andata. Invece gIANMARIA è una cosa piccola di oggi, ma che domani ci sarà ancora.

Photos by Simon171; Styling by Ilario Vilnius