A 40 anni dalla conclusione del festival milanese, 13 rullini di scatti mai visti prima, realizzati da Dino Fracchia

Un flusso ininterrotto di immagini dense di storia sono il tappeto visivo di quel vortice sonoro che durò quattro edizioni (ma qui si parla delle ultime due) nel Parco Lambro di Milano. Riduttivo definire quel festival come vortice sonoro perché tra il 1971 e il 1976, raprresentò molto di più per la città meneghina. Era il punto di incontro del rock ma anche della cultura underground, l'espressione della rivolta attraverso l'appropriazione degli spazi urbani da parte dei giovani, ma anche il luogo di una festa tra danze sfrenate e un clima pacifico di un'era, quella hippie, ormai quasi al finire.

Insomma, il festival del proletariato giovanile al Parco Lambro fu un momento epico della storia della città. Sul palco sono passati tra gli altri Area, Stormy Six, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Eugenio Finardi, Edoardo Bennato, Franco Battiato, Antonello Venditti, Giorgio Gaber, mentre il pubblico era composto da una variopinta geografia umana: freak, militanti underground, cani sciolti, femministe, semplici curiosi e appassionati di musica. E ora siamo giunti al 40esimo compleanno dell'ultima edizione, quella del 76, che si porta dietro la memoria di una chiusura non proprio a lieto fine, con gravi problemi di ordine pubblico e l'annuncio di un'era nuova: gli anni di piombo arrivano al culmine un paio di anni dopo e il punk si prende la scena.

A narrare le ultime due edizioni del festival sono tornati alla luce 13 rullini inediti del fotografo Dino Fracchia, che aveva frequentato senza macchina fotografica gli appuntamenti del 1971, ’72 e ’74, per tornare nei due anni successivi a documentare gli eventi attraverso 250 scatti. Che ora vengono esposti al pubblico.

La mostra, ospitata al Forma di via Meraviglia a Milano, è allestita proprio con l'idea di non interrompere la narrazione visiva: non c'è editing, non c'è spazio per la scelta autorale e nemmeno per dare enfasi alla composizione fotografica. Il risultato è un continuum, un'invasione dello spazio espositivo, in favore di una fruizione immersiva delle opere esposte. Che apre almeno due strade al pubblico: lasciarsi invadere dalla storia di una memoria e dalle emozioni narrate per immagini, oppure avvicinarsi all'esposizione come ad una gallery online, ma in versione fisica.

In calendario ci sono anche tre appuntamenti: 7 luglio: 'Io c'ero', incontro con Matteo Guarnaccia e alcuni tra i protagonisti di Parco Lambro; 14 luglio: proiezione del film “Prima che la vita cambi noi” di Felice Pesoli; 7 e 8 settembre: finissage. Inoltre, il film documentario Il festival del proletariato giovanile al Parco Lambro (1976) di Alberto Grifi verrà proiettato durante tutto il periodo della mostra nella versione integrale di 4 ore. Da vedere.

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I giorni del Parco Lambro. Countnous Days, Milano 29/5/1975 - 26/6/1976

Fotografie di Dino Fracchia, a cura di Matteo Balduzzi

Forma Meravigli, Milano, 24 giugno/8 settembre