Il Bowie che (non) ti aspetti: arriva Moonage Daydream
Courtesy of Universal Pictures

Il Bowie che (non) ti aspetti: arriva Moonage Daydream

di Andrea Giordano

Moonage Daydream, l’ultimo documentario-evento di Brett Morgen, esplora il grande David Bowie in un modo inedito, visionario e personale

I mille volti di David Bowie. Non un film semplicemente su di lui, ma che inconsciamente poteva essere suo. Un’esperienza trasversale, caleidoscopica, unica, in cui poterlo di nuovo ritrovare attraverso ispirazioni, musiche, visioni, intuizioni, contaminazioni. La leggenda del grande performer rinasce finalmente in tutto il suo splendore emotivo e geniale: accade in un ‘work in progress’ innovativo, illuminante, pieno d’energia, approvato ufficialmente dalla famiglia, dove l’uomo e artista britannico si trasformano, assumono forme diverse. Dal sogno e illusione, alla realtà e contemporaneità: Bowie detta ancora le regole, ma nello stesso tempo le stravolge. Il Duca Bianco, scomparso nel 2016, brilla, e si rimette quindi ‘a comunicare’ grazie al film-documentario diretto da Brett Morgen, Moonage Daydream, presentato all’ultimo Festival di Cannes, ed in uscita-evento il 26, 27 e 28 settembre distribuito da Universal Pictures. Un progetto che fin dal titolo rimanda subito al singolo scritto dal grande musicista nel 1971, registrato dopo la promozione dell’album The Man Who Sold the World, e che da lì entra gradualmente nel cuore (e nella sua anima), raccontando oltremodo di sperimentazione e intuizione artistica. Una vera lezione.

Perché in questo caso il regista del già apprezzato Montage of Heck (dedicato alla figura di Kurt Cobain, mix tra documentario e graphic novel dei suoi diari personali) fa un ulteriore passo in avanti, concretizzando un’ambizione visionaria, partendo dalla nascita del personaggio di Ziggy Stardust come riferimento, passando, non per forza in maniera cronologia, per altre tappe della sua esistenza. Vediamo Bowie a Berlino, intento con registrazioni di Heroes o Hallo Spaceboy, tra prove di concerti insieme a Brian Eno, interviste, o in Asia, New York, attraversando gli anni ’80 e ’90, nella ‘sua’ Londra, dove sovvertire lo schema, ancora una volta, sfidando il conformismo dell’epoca.

Non è una semplice celebrazione dell’icona Bowie, Morgen è riuscito ad accedere eccezionale alla collezione della David Bowie Estate, ottendo il massimo in termini di memorie, documenti. Faccendo leva su ogni dettaglio, ci parla della sua dimensione, delle sue insicurezze, del suo modo di concepire l’amore, del lavoro, di creatività, di eclettismo. E a parlare, a condurci, è proprio la voce dello stesso Bowie, pronto a servire un nuovo show psichedelico, personale. Uno spettacolo tra luci e suoni, dove Morgen sembra quasi osservarne le gesta, ammirato nell’alternare interviste mai viste, concerti, grafiche, sequenze filmiche (da Metropolis a Il Gabinetto del Dott. Caligari), animazioni e avanguardie, citazioni, abiti, sketch, poesie, passando in rassegna quasi quattro decadi, dai ’70 ai Duemila.

Cinque anni di lavoro monumentale, intimo, che è non solo d’omaggio al personaggio, alla creatura immortale, ma che sa mutare pure in un archivio narrativo epocale, multidirezionale, capace di intercettare parallelamente il cambiamento, la moda, l’arte, il concetto d’identità. Bowie diventa così un faro, una guida spirituale, un guru musicale, qualcuno da venerare, ed in grado di inventare tutt’oggi, suggerendo strade, atmosfere, desideri, idee. Moonage Daydream è un viaggio pieno di libertà, colore, stravaganza, rinnovamento, è un racconto in prima persona imperdibile, in cui poter riabbracciare l’essenza di un fenomeno, che non ha mai smesso di insegnare.

Per me la musica è il colore. Non il dipinto‘, diceva. ‘La mia musica mi permette di dipingere me stesso.”