Il segreto di John Wick…

Il segreto di John Wick…

di Federico Bernocchi

Sembrava un banale film d’azione, si è rivelato un successo planetario giunto  al quarto capitolo. Merito di Keanu Reeves, di un grande cast, ma anche di un nuovo tipo di arte marziale che ha rivoluzionato il genere action

Il cinema action viene spesso dileggiato dalla critica cinematografica ufficiale. Il motivo? Trame troppo esili, personaggi con motivazioni risibili, svolte narrative che sono pretesti per sparatorie o esplosioni. A leggere la trama di qualche film, in effetti, si matura il sospetto che, forse, ogni tanto, la critica cinematografica ufficiale abbia ragione. Vi racconto questa: un Uomo perde la moglie, la quale, prima di morire, lascia all’Uomo una cagnolina di nome Daisy. Una brutta notte dei mafiosi russi gli entrano in casa per rubargli la macchina, una Ford Mustang Boss 429. E già che ci sono uccidono Daisy. Errore: l’Uomo non è un uomo qualunque ma il più letale killer a pagamento che sia mai esistito. Si era ritirato a vita privata proprio grazie alla moglie, ma quando ti uccidono il cane… come dovresti reagire? Sterminando la mafia russa. Da solo. Qui il critico cinematografico ufficiale, per riparare, sta già organizzando una rassegna di tutti i film di Antonioni. Ma sbaglia. Il primo John Wick, a fronte di un budget di 20 milioni di dollari, ne ha portati a casa 80. Il terzo capitolo ne ha guadagnati più di 300. Ora gli spettatori di tutto il mondo aspettano con ansia il 23 marzo, data di uscita di John Wick: Chapter 4. Insomma, è John Wick mania. Ma perché? Cosa ha reso quella esile storia una delle saghe cinematografiche più eccitanti degli ultimi anni? Per prima cosa, il protagonista.


Chi non ama Keanu Reeves? Dopo un inizio di carriera fulminante e un ruolo iconico come quello di Neo in Matrix, l’attore rischiava di finire nel dimenticatoio. Ma molto generosamente ha deciso di mettere tutto se stesso in questo progetto: ha studiato arti marziali e, anche se ha (incredibilmente) 58 anni, recita davvero in tutte le scene action. Non solo: ha scelto personalmente il regista. Dopo aver letto lo script del semi sconosciuto Derek Kolstad, s’è ricordato del suo stuntman sul set di Matrix, poi promosso coreografo: Chad Stahelski. E alla prima prova da regista, Stahelski ha rivoluzionato il cinema action americano. Lo ha fatto grazie al Gun Fu, una mirabolante versione del Kung Fu con le pistole al posto delle mani, presa in prestito dal cinema di Hong Kong. In John Wick gli scontri sono semplicemente stupendi, cinema allo stato puro. 


Non ci sono goffi stacchi di montaggio ogni frazione di secondo a mascherare inettitudini registiche o attoriali, ma bellissimi campi lunghi che rendono credibile l’impossibile. E poi il cast: nel corso di questi quasi dieci anni al fianco di Reeves si sono affiancati Willem Dafoe, Laurence Fishburne, Riccardo Scamarcio, Halle Berry, Ian McShane e Anjelica Huston. Senza contare artisti marziali del calibro di Mark Dacascos, Yayan Ruhian o Tiger Hu Chen. E poi c’è la storia: consapevoli che la trama del primo film fosse troppo semplice, gli sceneggiatori hanno deciso di mescolare le carte.

John Wick è un Universo: racconta di una complessa e articolata società segreta di assassini con le loro regole, i loro riti e addirittura una loro moneta. Ogni film ha alzato l’asticella del divertimento rispetto al capitolo precedente. E se non vedete l’ora di scoprire dove si spingerà Keanu in questo quarto capitolo, sappiate che il quinto è già in lavorazione. Lunga vita a John Wick!

Nelle immagini Keanu Reeves in una scena di John Wick: Chapter 4 uscito il 23 marzo