Ecco perché Its, il concorso nato a Trieste nel 2001 con il sostegno di Diesel e Renzo Rosso, non ha perso il suo smalto

I giovani hanno tempo. Hanno tutto il tempo del mondo. Sì, ma a volte a mancare sono i mezzi o, banalmente, quella visibilità che è sempre più difficile da conquistare. Così, anni addietro, prima che il “sostegno alla giovane creatività” diventasse il leitmotif di aziende filantrope, l’agenzia Eve di Barbara Franchin, a Trieste, aveva creato Its – International Talent Support – un contest internazionale volto a scovare e valorizzare talenti in erba, fin da principio sostenuto da Diesel e Renzo Rosso, a cui si sono aggiunti negli anni diversi partner.

Lo scorso week-end (11-12 Luglio), Its è giunto alle battute conclusive della 13esima edizione con la distribuzione dei molteplici premi – consistenti in cospicue somme di denaro e altre opportunità – ripartiti nelle categorie Fashion, Accessories, Jewelry e Artwork.

Ecco alcune ragioni per cui Its rimane un progetto non solo pionieristico, ma anche fortemente caratterizzato:

Locale/Globale. Its, piacevole deviazione dalle usuali destinazioni, raccoglie una comunità cosmopolita nella tranquilla cittadina di Trieste. La suggestiva cornice è il “Salone degli Incanti”, ex-mercato del pesce, dove si sono riuniti i giovani creativi, gli ospiti internazionali e la prestigiosa giuria composta tra gli altri da Consuelo Castiglioni di Marni, Nick Knight, Nicola Formichetti, Nicholas Kirkwood e Mika, il cantante, impegnato tanto nel lavoro di valutazione quanto nel sottrarsi all’assedio delle fan. 

In famiglia. L’ambizione della fondatrice, Barbara Franchin, è quella di creare con Its una sorta di famiglia allargata alla quale i partecipanti possano fare riferimento sempre nella loro carriera. E per conservare traccia tangibile del loro passaggio, a Trieste è stato allestito un archivio, dove è ospitato un pezzo di ciascuna collezione.

Super partes. Le migliaia di portfolio valutati dalla giuria (quest’anno erano 1200) non riportano né il nome, né la scuola di provenienza, né la nazionalità dei partecipanti. Sono anonimi, salvo per l’identità che trasmettono. Scevre da influenze esterne, le scelte funzionerebbero quindi da cartina tornasole della creatività internazionale, riuscendo a individuare le sacche più vivaci. I due premi principali (Fashion Collection of the Year e Diesel Award) sono andati alle britanniche Katherine Roberts-Wood e Zoe Waters, mentre gli altri 11 giovani che non se ne sono andati a mani vuote provenivano da Islanda, Slovenia, Serbia, Giappone, Germania, Israele e Italia.

Vedi l’elenco completo dei premi qui.