Il tempo ritrovato. Collezioni magiche in giro per la Francia

Il tempo ritrovato. Collezioni magiche in giro per la Francia

di Digital Team

Il libro Collezioni straordinarie è un originale tour de France alla scoperta di raccolte stravaganti quanto poetiche e ricche di suggestioni dove quel che vale davvero è la passione dei loro creatori

Non bisogna per forza essere a capo di imperi economici che valgono fantastiliardi, o essere benestanti illuminati e colti intenditori per avere una collezione d’arte (e/o di meraviglie) degne di tale nome. A volte, al di là della dimensione e del peso economico, una raccolta ha una sua originalità – un “valore” – perché esprime appieno la capacità, l’occhio (e la pazienza) dell collezionista di dare forma compiuta, nel tempo e nello spazio domestico e non, la sua passione per un determinato tema. 


Nella casa di Marin Montagut

Il libro Collezioni straordinarie (L’Ippocampo) del designer e artista francese Marin Montagut, parla proprio di collezioni che non vantano il Picasso del periodo rosa o la tela di Lucio Fontana con 10 tagli, ma sono fatte di ceste di vimini, tavolozze di pittori, spazzole e pennelli dei tempi andati. Dedicando il volume alle collezioni eccentriche e insolite disseminate per tutta la Francia – dalla Normandia alla Provenza, passando per Parigi – Montagut porta il lettore alla scoperta non solo di luoghi e indirizzi quantomeno curiosi, ma anche di un gruppo altrettanto intrigante di amatori e appassionati. A unirli tutti è un unico, grande credo: collezionare, come stile di vita ed espressione della propria identità.


L’atelier Lorenzi

Dieci gli indirizzi che Montagut ha visitato. Si comincia dal suo personale, perché il nostro, figlio di antiquari e con nonna pittrice, in mezzo alle decorazioni più stravaganti c’è cresciuto, tanto da farne la sua professione con vetrina in quel di Parigi. Se design vuole ancora dire progetto, ebbene anche in queste duecento e passa pagine di progetti, intesi come organizzazione di un pensiero ce ne sono, eccome. Certo, non vige il minimalismo, né il rigore che ancora vanno tanto di moda: qui il massimalismo è la parola d’ordine; gli interni, raccontati dalle belle foto di Pierre Musellec e dai testi di Laura Fronty, sono per eccesso, con accumulazioni inverosimili, moltiplicazioni di cose a 8 cifre. Il valore materiale è di secondaria importanza; qui vale la magia del ritrovamento, l’atmosfera che i collezionisti hanno creato nelle loro case.


A casa dello scrittore Patrick Mauriès

Una poesia che diventa festa per gli occhi, stuzzicando la memoria di ognuno, alla scoperta di storie, dando sfogo a ricordi, suggestioni, emozioni. È una poesia (e un’atmosfera) che ognuno può rinnovare per proprio conto. Basta seguire le istruzioni di Montagut: “Quando vado a caccia di tesori e curiosità non parto mai con un’idea in testa. Mi affido al caso e alla fortuna. Sono l’imprevisto, la curiosità e la sorpresa a farmi scovare nuove perle”. Non resta che provare; non sembra così difficile, dopotutto.


A casa dell’antiquaria Agathe Derieux