Lisetta Carmi, fotografare col cuore e con l’anima

Lisetta Carmi, fotografare col cuore e con l’anima

di Digital Team

La riscoperta delle fotografie-verità di Lisetta Carmi, in mostra a Firenze. Oltre 180 fotografie raccontano storie umane, viaggi e il dramma dell’alluvione di Firenze del 1966

È tutto sommato recente il rinnovato interesse per l’attività fotografica di Lisetta Carmi, dato che una prima antologica veramente tale può definirsi quella romana del 2019. E già quella volta il titolo La bellezza della verità coglieva in pieno il senso della ricerca della fotografa genovese. Poi, dall’anno scorso, proprio dalla sua Genova, è cominciato un succedersi di esposizioni (quella ligure in realtà brevissima) che prosegue quest’anno come vedremo fra un attimo. Giusti riconoscimenti che rinnovavano quelli di decenni prima e che Carmi ha avuto il piacere di ricevere, seppure in tardissima età, dato che è scomparsa a luglio 2022 a 98 anni compiuti.


Il porto, Lo scarico dei fosfati, Genova, 1964 © Lisetta Carmi – Martini Ronchetti

Oggi, importante per ampiezza è Lisetta Carmi. Suonare Forte,  realizzata con la curatela di Giovanni Battista Martini, curatore dell’archivio della fotografa, cui si aggiunge un prezioso contributo video creato per l’occasione da Alice Rohrwacher. Molti l’hanno vista vederla a Torino questo scorso inverno, ma per i più, oggi il suo riallestimento, sempre nelle Gallerie d’Italia – Museo di Intesa Sanpaolo, questa volta Villa Bardini a Firenze, è un’occasione da non mancare, anche perché di  tempo ce n’è, vale a dire fino all’8 ottobre. Perché il suonare forte del titolo? Perché, prima di cercare le verità della vita (soprattutto dei tanti ‘invisibili’), in una delle sue varie esistenze, Lisetta fu a lungo pianista talentuosa e di successo e, così, quel ‘suonare’ è sia una sorta di notazione su un immaginario spartito, sia un riferimento alla caparbia volontà della fotografa di dare voce a chi non ce l’ha. E in quei decenni Sessanta e Settanta di storie zittite ce ne erano tante come dimostrano le 180 fotografie esposte; divise in 9 sezioni vanno dal lavoro, ai reportage umani dei tanti viaggi della Carmi (Israele, India, Afghanistan, Venezuela, Marocco, Messico) come al racconto senza sconti di un parto; dall’esplorazione del sottosuolo di Parigi, al lungo (sei anni di lavoro, dal 1965 al ’71) sodalizio con la comunità dei travestiti che vivevano nel vecchio ghetto ebraico a Genova. 


I travestiti Genova-1965-1971 © Lisetta Carmi, Martini Ronchetti

Il libro loro dedicato fu uno scandalo quando uscì, autoprodotto. Troppo, chissà, in anticipo sui tempi, se pensiamo alle querelle odierne sull’identità. Viste ora, quelle foto parlano di persone, dei loro sogni, di come i concetti di ‘normalità’ e ‘identità’ siano qualcosa su cui riflettere – al di là degli stereotipi, delle convenzioni, delle ideologie – per interrogarsi su cosa sia davvero la condivisione di valori universalmente ‘umani’. È infine inedita la sezione dedicata all’alluvione di Firenze del novembre 1966. La stessa Carmi raccontò: «Arrivai in una città sconvolta. Per due giorni e una notte fotografai migliaia di libri bagnati e salvati per miracolo dai volontari, automobili capovolte, mele annegate nel fango, seggiole, bottiglie e fiaschi che galleggiavano nelle strade invase dall’acqua fangosa». I giovani non se ne ricordano, i loro genitori sì, eccome, perché molto andarono con la melma alle ginocchia ad aiutare.

“Lisetta Carmi. Suonare Forte” 3 maggio 2023 – 8 ottobre 2023- Villa Bardini Costa San Giorgio 2, Firenze