Un ricordo per immagini in dieci foto (per dieci film)

Sono passati 40 anni da quando Luchino Visconti se n'è andato. Un'icona del cinema italiano che vogliamo ricordare attraverso i suoi film. Dieci foto per dieci capolavori.

Il primo titolo per il quale è stato usato il termine Neorealismo è Ossessione (1943), liberamente tratto dal romanzo di James M. Cain Il postino suona sempre due volte, resta un film incredibile per lo sguardo, fino ad allora inedito: il corpo maschile viene rappresentato per la prima volta come oggetto del desiderio da parte di una donna. Nel cast Clara Calamai,Massimo Girotti, Dhia Cristiani.

Bellissima, del 1951, con Anna Magnani, Tina Apicella e Walter Chiari, è la commedia delle commedie, con la storia di Maddalena Cecconi che si precipita, insieme a centinaia di altre madri, per candidare la figlia a un provino a Cinecittà. Già la prova di un superamento, che sarà chiaro nel successivo lungometraggio, Senso, della categoria di neorealismo.

Le notti bianche, tratto dall'omonimo romanzo di Dostoevskij, è un film del 1957, ambientato a Livorno, con Maria Schell e Marcello Mastroianni. Questa volta la storia è drammatica e altamente sentimentale, incentrata su un amore non corrisposto.

Il ritorno al racconto sociale è in Rocco e i suoi fratelli, storia di migrazione da Sud verso Nord, di desiderio (fallito) di riscatto economico e sociale, con un meraviglioso Alain Delon. La pellicola è attualmente nelle sale, grazie a un restauro ad opera della Cineteca di Bologna.

La sessualità nell'Italia degli anni 60 è il tema di Boccaccio 70, un film del '62 ispirato concettualmente alle novelle dello scrittore trecentesco, realizzato in quattro episodi diretti da Vittorio De Sica, Federico Fellini, Mario Monicelli e Luchino Visconti. Uno sguardo ironico quanto spietato sull'epoca del boom economico.

Il Gattopardo... beh, non ha bisogno di commenti. Tratto dall'omonimo romanzo di Tomasi di Lampedusa è il colossal in versione Visconti. (1963).

Nel 1967 arriva nelle sale Lo Straniero, dal romanzo di Albert Camus, con Marcello Mastroianni e Anna Karina, per le musiche di Piero Piccioni.

Siamo nel 1970 quando la telecamera di Visconti si muove lungo la battiggia del Lido di Venezia per realizzare Morte a Venezia (1971), dal romanzo di Thomas Mann. Secondo capitolo della 'trilogia tedesca', di cui fanno parte anche La caduta degli dei e Ludwig, vinse il Donatello, il Nastro d'Argento, il Globo d'oro e un premio a Cannes nel 25° anniversario. La colonna sonora, con brani di Gustav Mahler, è indimenticabile.

Burt Lancaster e Dominique Sanda con Silvana Mangano ed Helmut Breger sono i protagonisti del pluripremiato Gruppo di famiglia in un interno (1974): un nuovo tuffo nella realtà contemporanea, attrraverso una spietata analisi sociale da cui nessuno esce vincitore. Una curiosità: uno dei brani in sottofondo è 'Desiderare' di Caterina Caselli, tratto dall'album Primavera del 1974.

Innocente è l'ultimo lavoro firmato Luchino Visconti, ispirato al romanzo di Gabriele D'Annunzio, con Giancarlo Giannini e Laura Antonelli. Venne presentato a Cannes due mesi dopo la morte del regista