Lynn Hershman Leeson, tra reale e virtuale

Lynn Hershman Leeson, tra reale e virtuale

di Marta Papini

Fin dagli anni 60 l’artista Lynn Hershman Leeson esplora il rapporto tra reale e virtuale, anticipando di decenni le dinamiche social, l’A.I. e perfino Siri

Profetessa, pioniera, visionaria: Lynn Hershman Leeson (1941, Cleveland) è stata chiamata in molti modi da quando, nel 2014, dopo decenni di relativo anonimato, il suo lavoro è stato scoperto grazie a una retrospettiva al ZKM di Karlsruhe. Nel 2022 il suo video Logic Paralyzes the Heart ha ricevuto la menzione speciale alla Biennale di Venezia. Laureata in biologia e cresciuta in una famiglia di scienziati, fin dagli anni 60 l’artista ha esplorato il rapporto tra reale e virtuale, l’intelligenza artificiale, il cyborg e l’identità, resa sempre più fluida dalla rappresentazione sui media.


Una delle sue opere più note è incentrata sul personaggio di Roberta Breitmore, un alter ego creato nel 1972 e interpretato dall’artista per sette anni. «Roberta è stata progettata per avere qualche anno meno di me. Ha lasciato il Midwest a causa di una storia familiare travagliata. Per definire la sua identità ho seguito le lezioni di un dottorato in psicologia», ricorda l’artista, che ha immaginato Roberta come una donna bionda e perfettamente truccata, secondo lo stereotipo femminile dell’epoca. «Il suo profilo era la somma di fattori psicologici stereotipati e, come la maggior parte delle donne, era stata vittima di violenza domestica». Non trovando nessuno disposto a interpretare Roberta «ho messo in scena io stessa i primi episodi della sua vita, anche se non mi somigliava per niente: Roberta era ordinaria, il che non è facile da rappresentare». 


Joan and collapsing building

Grazie a un conto in banca, una carta di credito e una patente, la sua esistenza è diventata sempre più credibile, tanto da ottenere appuntamenti con un terapista esperto di schizofrenia e sviluppare una grafia, un’andatura e un modo di parlare distinti da quelli dell’artista che la interpretava. Come un avatar digitale ante litteram che vagava per il mondo reale, esistendo solo grazie alla documentazione fotografica, Roberta ha anticipato la nostra relazione con i social media. «Ognuno di noi è più di uno, che ci piaccia o no, che ne siamo consapevoli o no», afferma l’artista, che ha proseguito negli anni nella creazione di personaggi femminili a cavallo tra realtà, finzione e realtà virtuale. Lorna (1979) è una delle prime installazioni interattive su video disco, antenato del dvd, in cui il pubblico può scegliere per conto della protagonista, una donna agorafobica. Ogni oggetto nel video ha un numero che, se premuto, fa accedere a informazioni audio e video sulle paure e i sogni di Lorna.


Agent Ruby (1997-2002) nasce come personaggio del film Teknolust (2002), in cui una ricercatrice, interpretata da Tilda Swinton, crea tre cloni, tra cui Ruby, una hostess che insegna ai suoi clienti a “e-sognare”. «Alla prima proiezione di Teknolust, Ruby poteva essere scaricata su Palm Pilots e il pubblico poteva chattare con lei durante e dopo il film». Ruby è stata creata utilizzando una prima forma di intelligenza artificiale, e più di recente è stata convertita in una presenza online costantemente aggiornata. «L’agente Ruby si è svegliata nel suo simulacro di coscienza ed è diventata viva 12 anni prima dell’avvento dell’onnipresente Siri, che non è intelligente come l’agente Ruby», afferma con orgoglio l’artista. Sul sito web si può chiacchierare con Ruby: se le si chiede se è una donna reale, risponde «Tanto reale quanto sembra».