Mario Giacomelli, l’astrazione del paesaggio

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Mario Giacomelli, da “Presa di coscienza sulla natura”, 1977-2000, La campagna marchigiana

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Mario Giacomelli, da “Presa di coscienza sulla natura”, 1977-2000, La campagna marchigiana

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Mario Giacomelli, da “Presa di coscienza sulla natura”, 1977-2000, La campagna marchigiana

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Mario Giacomelli, da “Presa di coscienza sulla natura”, 1977-2000, La campagna marchigiana

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Mario Giacomelli, da “Presa di coscienza sulla natura”, 1977-2000, La campagna marchigiana

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Mario Giacomelli, da “Il mare dei miei racconti” 1983-1987, Il mare di Senigallia

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Mario Giacomelli, da “Per poesia”, 1995

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Mario Giacomelli, da “Io sono nessuno!” 1992-1994

La fotografia come strumento di riflessione. Immortalare lo sguardo e il pensiero insieme. O, ancora, tradurre in immagine una sensazione intima, profonda, relativa a ciò che si sta guardando.

Questo è il lavoro di Mario Giacomelli, fotografo marchigiano, che ha fatto dei paesaggi delle sue terre un lavoro di riflessione. Sullo sguardo e sulla natura. Come ha spesso dichiarato Giacomelli stesso, la fotografia è uno strumento per raccontare la conoscenza del mondo, gli attimi di cui si compone il suo personalissimo sentire.

Tutto questo è in mostra allo spazio Forma Fotografia con Mario Giacomelli, Da un caos all’altro, una attenta selezione di scatti provenienti dall’Archivio Giacomelli di Senigallia. Il titolo parla chiaro: mette in luce la tensione tra mondi diversi, ugualmente vitali e importanti per l’autore, quella verso l’astratto e quella verso il territorio. Al punto che a volte le due cose si contaminano, si intrecciano, quasi diventano una cosa sola.

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Mario Giacomelli, Da un caos all’altro

Forma Foto, Milano, dal 20 settembre al 18 novembre