Mostra del Cinema di Venezia 2020: gli appuntamenti da non perdere

Mostra del Cinema di Venezia 2020: gli appuntamenti da non perdere

di Andrea Giordano

La 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in programma dal 2 fino al 12 settembre, riparte alla grande, ma in maniera inedita e blindata causa Covid. Dieci giorni intensi nei quali poter viaggiare e abbracciare luoghi e stili, appuntandosi le cose migliori.

Nastro di partenza per la 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in programma dal 2 al 12 settembre, il primo grande Festival in presenza, mai così monitorato. Tra mascherine, controlli a tappeto, distanziamento sociale, prenotazioni online, red carpet blindati (e oscurati) e meno star (era inevitabile), il settore riparte – non solo simbolicamente – lanciando una sfida internazionale concreta e comune. Il programma, diviso nelle varie sezioni, a partire da quella che assegna il Leone d’Oro di miglior film, non mancherà di stupire e appassionare gli addetti ai lavori.

Ecco i nostri suggerimenti riguardo gli appuntamenti da non perdere.

Lacci, di Daniele Luchetti

È la pellicola (fuori concorso) che aprirà ufficialmente la Mostra (non succedeva dal 2009 con Baaria di Giuseppe Tornatore), tratta dal romanzo di Daniele Starnone. Una, mille domande, fatte da personaggi in cui identificarsi (nel cast Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Giovanna Mezzogiorno e Adriano Giannini), generazioni e storie famigliari a confronto, legami e lacci, appunto: un film sull’amore, quando ormai è già svanito, e ci ha cambiato.

Grandi “corti” e giornate di (e degli) Autori

Sulla breve durata si sintetizzano debutti, esercizi di stile e personali, metafore e prove di maestri consolidati. Si parte con The Human Voice: Pedro Almodòvar dirige Tilda Swinton, uno dei Leone d’Oro alla carriera 2020, adattando l’opera teatrale omonima di Jean Cocteau: un ritratto già straordinario. Così Being My Mom, l’attesa opera prima dietro la macchina da presa di Jasmine Trinca, in cui racconta, in una Roma deserta, il rapporto tra una madre e una figlia. E ancora Alice Rohrwacher, insieme all’artista francese JR, firma Omelia contadina, un’azione cinematografica, come la descrive, per scongiurare la scomparsa di una cultura millenaria, e per sostenere la lotta di piccoli agricoltori e cittadini dell’altopiano dell’Alfina, contro le speculazioni e i pesticidi. I Miu Miu Women’s Tales tornano poi a narrare altre identità attraverso due nuovi lavori, quelli di Mati Diop (In My Room) e Malgorzata Szumowska (Nightwalk). Da non perdere, in generale, la sezione indipendente de “Le Giornate degli Autori”, quando, a inizio programma, passerà The Book of Vision, diretto da Carlo S. Hintermann, prodotto niente meno che da Terence Malick, un viaggio tra sogni e paesaggi spirituali.

Mainstream

Il ritorno al Lido di Gia Coppola, nipote di Francis Ford Coppola (dopo Palo Alto), insieme alla protagonista Maya Hawke (figlia di Ethan Hawke e Uma Thurman), in uno dei pochissimi titoli americani presenti, è indubbiamente uno di quei titoli da segnarsi in agenda. Tema: l’effetto (nefasto) dei social media, ma non solo.

Greta (I am Greta) di Nathan Grossmann

Il documentario sull’ascesa di Greta Thunberg, ambientalista e attivista, che, da semplice studentessa, è stata capace, partendo sola, di diventare una delle voci più ascoltate a livello globale, creando un nuovo movimento.

Miss Marx di Susanna Nicchiarelli

Tra le pellicole italiane, è quella a generare maggior curiosità e attenzione, da un lato per la sua regista, capace di debuttare in maniera sorprendente (Cosmonauta) per poi affermarsi, sempre a Venezia, con Nico 1988. Ora è il momento di raccontare Eleanor Marx, figlia di Karl Marx, tra le prime figure ad avvicinare i temi del femminismo e socialismo, combattendo per i diritti delle donne e l’abolizione del lavoro minorile, partecipando alle lotte operaie.

Luca Guadagnino

Uno dei “mattatori” della Mostra, in attesa di vedere la sua serie tv, We are who Are Are, in arrivo a ottobre su Sky. Alla Mostra presenterà “Fiori, Fiori, Fiori!”, cortometraggio in modalità smartphone, girato nella “sua” Palermo, e Salvatore – Shoemaker of Dreams, documentario celebrativo dedicato all’arte di Salvatore Ferragamo.

Passione doc

Non mancheranno le occasioni, oltre a quella di Guadagnino, per (ri)scoprire verità, icone e luoghi (inesplorati). Hopper/Welles è uno di questi: una conversazione, finalmente visibile, tra il grande creatore di Quarto Potere e l’interprete–regista di Easy Rider. Da segnarsi nell’ordine anche: City Hall del novantenne Frederick Wiseman, dedicato alla sua città, Boston; Paolo Conte, Via con me di Giuseppe Verdelli, per ascoltare la storia di un mito assoluto; La verità su La Dolce Vita (diretto da Giuseppe Pedersoli), a 60 anni dal capolavoro di Fellini; e The Rossellinis (chiuderà la sezione Settimana della Critica) di Alessandro Rossellini, figlio di Renzo, che narra una delle famiglie di artisti più importanti del cinema.

Notturno di Gianfranco Rosi

Il primo documentarista a vincere sia Leone d’Oro (Sacro Gra) che la Berlinale (Fuocoammare, che fu nominato anche all’Oscar). Gianfranco Rosi si candida a essere una delle sicurezze di questa Mostra, e il suo nuovo lavoro, girato sui confini tra Siria, Iraq, Kurdistan e Libano, va nella direzione degli eventi a cui non ci si può sottrarre.

Debutti

Il paragone sembra paradossale, eppure calza a pennello. Da un lato Pietro Castellitto (I predatori), futuro Francesco Totti nella serie tv a lui dedicata e tra i protagonisti di Freaks Out di Gabriele Mainetti, che si lancia, con coraggio, nella sua prima regia, per nulla scontata. Dall’altro, un fresco Premio Oscar, Regina King, che, in One Night in Miami, narra di una notte memorabile, in cui Muhammad Ali, Malcolm X, Sam Cooke e Jim Brown si riunirono discutendo del loro ruolo nel movimento per i diritti civili e nello sconvolgimento culturale degli anni ’60.

Nomadland e Assandira

Il primo film, diretto da Chloè Zhao, chiuderà la Mostra ma aprirà la strada probabilmente ai prossimi Oscar. Un viaggio, con protagonista Frances McDormand, alla scoperta dei nomadi moderni, alla ricerca di una vita lontana dal consumismo. Il secondo potrebbe rivelarsi come una delle sorprese del Festival, un gioiello bianconero, liberamente ispirato al romanzo di Giulio Angioni (edito da Sellerio), in una Sardegna tutta da scoprire, per merito di Salvatore Mereu e Gavino Ledda.