Destinazione Memphis. A Milano 200 pezzi iconici del movimento firmato Sottsass

Destinazione Memphis. A Milano 200 pezzi iconici del movimento firmato Sottsass

di Paolo Lavezzari

In mostra alla Triennale di Milano il mondo della casa come lo immaginava Memphis

La storia è nota e non solo perché lo dice Wikipedia: quel nome, Memphis, Ettore Sottsass e i suoi “ragazzi” lo scelsero perché sul giradischi, quella sera dell’11 dicembre 1980, aveva girato parecchio una canzone di Bob Dylan (da Blonde on Blonde, 1966) Stuck Inside Mobile with Memphis Blues Again (dove Mobile è una città dell’Alabama, non un’automobile), e la puntina continuava a incantarsi sul verso “with the Memphis Blues Again. Questo per dire che quel blues da 40 anni e più non ha ancora smesso di suonare, e la sua prossima messa in onda, opportunamente intitolata Memphis Again, è dal 18 maggio al 12 giugno alla Triennale di Milano. È un’esposizione di dimensioni ragguardevoli perché da vedere ci saranno oltre 200 pezzi  realizzati tra il 1981 e il 1986 per la collezione Memphis, a ricordare, se ce ne fosse bisogno, quale, quanta, varia e coloratissima creatività animasse il gruppo. L’intero mondo domestico veniva ripensato: librerie, divisori, vetrine, mobili da toilette, tavoli da pranzo, tavoli da appoggio, tavolini da caffè, scrittoi, sedie, poltrone, divani letto, lampade da tavolo, da parete, da terra, a soffitto, posaceneri, vasi per fiori, contenitori per frutta, accessori tessili, tappeti, nei materiali più diversi, legni, plastiche, laminati, vetri, ceramiche, porcellane, argenti, acciaio, tessuti.

La mostra che, sottolineano i curatori, «non è un omaggio né una storicizzazione, intende, oggi come allora, riproporre l’attenzione sulle possibilità espressive e culturali di un design oltre il marketing. Gli oggetti saranno presentati in ordine cronologico, come una sfilata, nella quale sarà lo spettatore a muoversi lungo la passerella in un’atmosfera da night club suggerita dall’allestimento e dalla colonna sonora di Seth Troxler». Cosa rimane di quella proposta di un’alternativa al design pensato e fatto secondo la visione funzionale e industriale? Probabilmente avere capito l’importanza dell’esistenza – sempre – di un’alternativa attiva. Scriveva Sottsass:«Il fatto è che ci è passata la paura: voglio dire la paura di dover rappresentare o di non dover rappresentare qualche cosa o qualcuno, siano élites o derelitti, siano tradizioni o cafonaggine. Ci è passata la paura che ci manda il passato e anche quella ancor più aggressiva che ci manda il futuro». In mostra tutti, ma proprio tutti (compresi chi non c’è più) coloro che fecero parte dell’avventura; e a dirigere e curare la mostra è Christoph Radl, anch’egli con Sottsass e (tra le mille cose) anche autore del logo Memphis.