
Ottobre: gli appuntamenti con l’arte
Da nord a sud, le mostre più interessanti del mese secondo Icon
Ribelle, critica, distopica: è così l’arte di ottobre. Come quella dell’artista sudafricano Kemang Wa Lehulere, che parla dell’Apartheid per denunciare le ingiustizie sociali di tutto il mondo, oppure quella di Mustafa Sabbagh, che plasma nuovi archetipi di bellezza mischiando riferimenti classici e futuristici. O ancora: quella degli artisti del Sessantotto, che cercavano nuovi linguaggi espressivi tra utopie e lotta politica o quella del francese Renaud Auguste-Dormeuil, che gioca con la concezione del tempo. Ecco le mostre da non perdere secondo Icon.
Roma, Kemang Wa Lehulere – Bird Song
Ha vinto il premio Deutsche Bank’s “Artist of the Year” 2017 e ora arriva al MAXXI di Roma con la prima mostra personale in Italia. Cresciuto a Città del Capo, Kemang Wa Lehulere è capace di rendere universale la propria storia personale (e quella del suo Paese) attraverso opere cariche di denuncia e critica sociale. Opere che l’artista sceglie di far dialogare con quelle di un’altra artista sudafricana, tra le prime donne di colore ad esporre in una galleria negli anni 60: Gladys Mgudlandlu (1917-1979), detta Bird Lady per i suoi paesaggi percorsi da uccelli coloratissimi. Ed è così, ad esempio, che l’installazione My Apologies to Time – una composizione di vecchi banchi scolastici che evidenzia il duplice ruolo della scuola, quello di nutrire il pensiero dei bambini e quello di controllarlo – viene accostata agli acquerelli di Mgudlandlu, un inno alla libertà che raccontava meglio di qualunque parola quel desiderio di giustizia sociale che impregnava le vite dei neri durante l’Apartheid. Si parla di Sudafrica certo, ma è come se si parlasse di qualsiasi società del mondo, compresa la nostra.
Roma, MAXXI, fino al 26 novembre 2017
Forlì, Mustafa Sabbagh – XI Comandamento: non dimenticare
Una collettiva di un unico artista. Così definisce Mustafa Sabbagh la sua personale XI Comandamento: non dimenticare, progetto espositivo diffuso che andrà in scena a Forlì. La mostra, un’immersione nell’estro schizoide dell’artista e fotografo italo-palestinese, si sviluppa attorno a due percorsi specifici: uno allestito presso la chiesa di San Giacomo, che ospiterà alcune celebri serie fotografiche come About Skin, Memorie Liquide e Onore al Nero, insieme ad alcune opere multimediali e un’installazione ambientale site-specific, l’altro presso i Musei San Domenico, in cui Sabbagh presenterà – tenendo fede al suo XI comandamento – un ciclo inedito di opere fotografiche dedicate all’Ebe di Canova. Il percorso termina alla Fondazione Dino Zoli e alla Galleria Marcolini, che accoglieranno rispettivamente la serie fotografica Made in Italy© – Handle with Care e la video-installazione Chat Room. Con questo lavoro, Sabbagh offre un ritratto spietato e al tempo stesso poetico dell’uomo contemporaneo, che viene vivisezionato attraverso l’arte, la fotografia e il video, raccontato attraverso le sue paure e le ossessioni.
Forlì, dal 14 ottobre al 14 gennaio 2018
Noto, Beat & Pieces, Allen Ginsberg
La Beat Generation attraverso l’obiettivo di Allen Gingsberg. Ha un che di cult la mostra Beat & Pieces della galleria Photology Farm di Noto: in esposizione, circa venti immagini scattate da Allen Ginsberg tra gli anni ’50 e ’90. Immagini che ritraggono alcuni dei protagonisti assoluti della Beat Generation, come William Burroughs e Jack Kerouac, ma anche alcune personalità del mondo della musica e dell’arte di ieri e di oggi come Iggy Pop e Ai Wei Wei. I suoi ritratti, spontanei e naturali, colgono i personaggi nella loro quotidianità: “Facevo delle foto non per mostrarle agli altri ma solo per avere un ricordo dell’interesse personale, assoluto, religioso che provavo per gli amici più cari.” – diceva Ginsberg. Se si passa da Noto, una mostra semplicemente imperdibile.
Noto, Photology Farm, fino al 1° novembre 2017
Roma, Renaud Auguste-Dormeuil, Jusqu’ici tout va bien
È intesa come un mantra la frase Jusqu’ici tout va bien (Fin qui tutto va bene) che capeggia all’ingresso della mostra di Renaud Auguste. Luminosa e spiazzante, fa presagire l’intento – tutt’altro che rassicurante – dell’artista: quello di invitare i visitatori a osservare lo scorrere del tempo attraverso una nuova prospettiva. Partecipativa in primis, con l’installazione When the paper, che chiede di scrivere di un proprio dolore su un foglietto, per poi gettarlo nell’acqua: come nel rituale giapponese a cui l’opera si ispira, l’evento doloroso si dissolverà insieme al pezzo di carta. Passiva in secundis, con l’esposizione di dodici mappe astrali che hanno illuminato le notti precedenti ad alcuni attacchi aerei storici – Hiroshima, Baghdad e New York, ad esempio. Un modo per ribadire che contro il tempo può solo l’arte: è lei l’unica a poterlo riavvolgere o modificare.
Roma, Macro, dal 13 ottobre al 26 novembre 2017
Milano, Arte ribelle. 1968-1978 Artisti e gruppi dal Sessantotto
Manca poco a un anniversario storico: nel 2018, le rivoluzioni sessantottine compiranno 50 anni. A celebrare la ricorrenza con qualche mese di anticipo è la mostra Arte ribelle. 1968-1978 Artisti e gruppi dal Sessantotto alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese di Milano, uno sguardo sulla scena creativa del tempo tra arte e ideologia politica. Punto di osservazione saranno i lavori dei suoi protagonisti, come Matteo Guarnaccia, Gianni Pettena, Emilio Isgrò, Mario Schifano e Ugo La Pietra. La mostra analizza il loro linguaggio attraverso ottanta opere, affiancate a documenti illustrati e fotografie, in una riflessione sull’intreccio tra arte, protesta politica e lotta per la libertà.
Milano, Galleria Gruppo Credito Valtellinese, dal 12 ottobre al 9 dicembre 2017