Un viaggio con i Fab Four al Museo dell’Oriente di Torino

Febbraio 1968. Paul, John, George e Ringo partono per l’India.

Destinazione: l’ashram (luogo di meditazione) del filosofo indiano Maharishi Mahesh Yogi, conosciuto circa sei mesi prima a Londra. A convincerli a intraprendere il viaggio è George, già da tempo interessato aila musica classica indiana e alle melodie del sitar. È lui ad averlo scoperto nel 1965 e ad averlo ‘strimpellato’ in Norwegian Wood, seguendo poi in India il maestro Ravi Shankar per apprenderne le tecniche. Con loro si mettono in viaggio numerosi amici, tra cui Mia Farrow, sua sorella Prudence e il cantante Donovan. Inizia così il pellegrinaggio spirituale dei Fab Four: un’avventura che suscitò il clamore dei media internazionali e che alimentò l’interesse per l’oriente, e in particolare per l’India, da parte degli artisti e musicisti dell’epoca.

Da qui parte la mostra Nothing is Real al Museo d’Arte Orientale di Torino, concepita dal curatore e critico d’arte Luca Beatrice e ispirata a una celebre strofa di Strawberry Fields Forever. Il percorso attraverso le undici sale del museo indaga l’influenza della cultura orientale sul lavoro dei Beatles, scandagliandone ispirazioni melodiche, strumentali e grafiche. La mostra estende la riflessione anche sulle ripercussioni che l’interesse per l’India ebbe sull’arte, sulla letteratura e sull’illustrazione europea degli anni ’60-’70.

Ed è così che dal 1° giugno al 2 ottobre 2016, accanto a memorabilia e materiale fotografico dei Beatles in India, verranno esposte numerose opere d’arte nate dall’incontro con la spiritualità orientale, come le ceramiche tantriche del designer Ettore Sottsass, le fotografie di Italo Bertolasi e di Pattie Boyd, fidanzata di George Harrison e poi amante di Eric Clapton, i lavori di Alighiero Boetti, Aldo Mondino, Luigi Ontani e Francesco Clemente, ma anche mappe e guide dell’epoca e le prime edizioni di alcune pubblicazioni cult, come Siddharta di Herman Hesse e Lo Zen e l’Arte della Manutenzione della Motocicletta di Robert M.Pirsig.

Il tutto accompagnato dalle note olfattive dei profumi Lush, il brand di cosmetici fatti a mano, che permetteranno di immergersi completamente nel percorso offerto dalla mostra. Grazie alla collaborazione con Lush, gli spazi del MAO ospiteranno una serie di eventi sul tema dell’incontro tra oriente e occidente, tra cui il concerto della compositrice indiana Sheema Mukherjee, maestra del sitar, il 27 luglio.