Stand monografico per Mona Kuhn e la sua indagine poetica sul deserto californiano

Reduce dell’esposizione al Louvre Robert Wilson: Living Room, Mona Kuhn, fotografa nata in Brasile da discendenza tedesca e di casa a Los Angeles, approda a Paris Photo con uno stand che la sua galleria Jackson Fine Art dedica interamente a lei e un book signing del libro che raccoglie la serie in esposizione, Private, in uscita per Steidl, come i cinque precedenti dei sei che ha realizzato.

La sua poetica ha codici ben riconoscibili, che lei descrive come una fusione della natura umana con quella dell’ambiente circostante, che ha per soggetti corpi svestiti ma mai messi a nudo, che lei ritrae da decenni, su sfondi paesaggistici suggestivi, idilliaci scenari di sole e sale, radure desertiche scarsamente contaminate.

In Private è il sole della California il vero protagonista, quello che si infiltra accecante oltre i vetri dell’auto quando ogni mattina la fotografa parte da casa sua per una sessione fotografica nel deserto. Quella luce che prende di sorpresa il turista impreparato. La stessa che Georgia O’Keefe, negli anni trenta, dipingeva nelle sue lande irrimediabilmente piatte e profonde. E la stessa con cui si confronta Lee Freedlander, che descrive il paesaggio desertico, per un fotografo, come il più seducente e sfidante.

  

Paris Photo, Grand Palais, fino al 16 novembre

Private book signing, 15 novembre