Oliviero Toscani. A Milano, una mostra ripercorre 60 anni di lavoro del grande fotografo

Oliviero Toscani. A Milano, una mostra ripercorre 60 anni di lavoro del grande fotografo

di Digital Team

Per Oliviero Toscani la fotografia è il mezzo più sintetico ed efficace per riflettere sul mondo, la società, la moda

È una perfetta chiave di lettura quella indicata da Tommaso Sacchi, l’assessore alla Cultura di Milano quando dice, presentando la grande retrospettiva omaggio al fotografo che «quello di Oliviero Toscani non è solo un occhio che guarda, è un occhio che vede e restituisce al pubblico con intensità frammenti di realtà che altrimenti rischierebbero di essere messi da parte». Moda, pubblicità, cultura, editoria, nuovi media sono, e qui ci rifacciamo alle parole di  Nicolas Ballario che della mostra di  Palazzo Reale (fino al 25/9) è il curatore: «Tutti strumenti che ha utilizzato per parlare dei problemi del mondo, non perdendo mai i fini attraverso i mezzi».

In queste sale troverete le sue immagini più iconiche e lavori meno conosciuti. Preceduta a febbraio da una serie di affissioni di celebri immagini che per tutta la città festeggiavano gli 80 anni del fotografo, la mostra coi suoi 800 scatti è un ampio riassunto di 60 anni di lavoro di questo figlio e fratello d’arte (il babbo Fedele era primo fotoreporter del Corriere della Sera, la sorella Marirosa con il marito Guido Ballo ha cambiato il modo di fotografare il design) che tuttora continua a lavorare e a dire la sua sul mondo e su come vanno le cose.


 “Professione fotografo” si intitola  la mostra che non vuole essere una retrospettiva, piuttosto quasi un viaggio nella vulcanica mente di Toscani: ecco che allora non c’è una sequenza cronologica, ma le foto – stampate su grandi manifesti – si accostano fra loro come accade alle affiche per strada. È un caos creativo in cui non si fatica a riconoscersi. Dice Toscani, un po’ per spiazzare come fa sempre (e gli riesce quasi sempre benissimo) da vero situazionista: «Io non ho idee, diffido di chi ha idee», come a dire, per citare Bruno Munari, che “Pensare confonde le idee” e insomma sono le immagini  a venirgli incontro, non il contrario, ma unico è lui a saperle fermare nell’attimo essenziale di massima espressione. Non si può dire che Toscani abbia uno stile definito, e tuttavia le sue foto si riconoscono all’istante. Non c’è scatto che non offra un qualche spunto di riflessione sulla società, sull’umanità, sulla cultura. Il suo marchio di fabbrica è la volontà di vivere responsabilmente e lo ritrovi dalle pubblicità dei jeans, ai baci  scandalosi, dalla campagna contro l’anoressia, alle campagne stampa Benetton a quella bellissima rivista che è stata per tutti i suoi 90 numeri Colors Magazine. 

   

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