Mostra in Casa Zegna per celebrare il lavoro del grande paesaggista toscano a Trivero.

A chiunque un poco s’intenda di giardini, il nome di Pietro Porcinai risuonerà come una sorta di mito, e a ragion veduta, poiché si tratta con buona probabilità del più celebre paesaggista italiano, colui che in un certo senso questa professione l’ha inventata, anche se preferiva farsi chiamare giardiniere, come, a onor del vero, tuttora amano essere chiamati i grandi paesaggisti che ne hanno raccolto l’eredità. Di progettati Porcinai ne ha laciati mille e più, dalla Costa Rica fino alla meravigliosa piscina di Villa Recchi a Portofino.

E siccome di paesaggio si parla ancora troppo poco, ben venga la mostra voluta dalla Fondazione Zegna, dedicata proprio a Pietro Porcinai che con la famiglia nota nel mondo del tessile collaborò assiduamente, costruendo, tra le altre cose, il giardino d’inverno sopra il lanificio dove oggi è allestita l’esposizione e i giardini della casa di Ermenegildo e dei figli Angelo e Aldo

Suddivisa in tre sezioni, dedicate al lavoro, pubblico, privato e a quello imprenditoriale, Pietro Porcinai a Trivero illustra un ventennio di attività piemontese dell’architetto, cominciata attorno agli anni 50.

Porcinai disegna giardini, inserisce pergolati, scegli la disposizione dei mobili nel salotto-serra immerso di piante, ma è innanzitutto un grande esperto di botanica, preoccupato della fitosociologia delle piante, cioè come queste di associno a certe altre più o meno volentieri. Una delle svariate ragioni per cui nel suo lavoro si respira, ancora, aria di nuovo.

Pietro Porcinai a Trivero, Casa Zegna, fino al 10 luglio, Trivero (Biella)