A Milano, il cielo in una stanza di Ragnar Kjartansson
Courtesy dell’artista, Luhring Augustine, New York e i8 Gallery, Reykjavik Photo: Marco De Scalzi

A Milano, il cielo in una stanza di Ragnar Kjartansson

di Valentina Lonati

L’artista islandese porta a Milano una performance poetica e toccante, che racconta il periodo di isolamento della scorsa primavera.

Un progetto concepito durante la quarantena, che ora trova la sua (magica) forma all’interno della Chiesa di san Carlo al Lazzaretto di Milano (Largo fra’ Paolo Bellintani 1). Si tratta di The Sky in a Room dell’artista islandese Ragnar Kjartansson, presentato dalla Fondazione Nicola Trussardi.

Fino al 25 ottobre 2020, all’organo della chiesa si alterneranno ogni giorno vari cantanti professionisti per eseguire un arrangiamento de Il cielo in una stanza di Gino Paoli. Una performance che si ripeterà ininterrottamente per sei ore al giorno, quasi fosse una nenia, una ninna nanna infinita e ipnotica.

Da sempre ispirato dal teatro – i genitori sono attori teatrali di successo – e dalla tradizione letteraria nordica del Novecento, Ragnar Kjartansson ricrea il suo immaginario carico di malinconia in performance che uniscono musica, arte, video. Nelle sue opere si ritrovano rimandi a pittori, poeti, drammaturghi e scrittori come Tove Jansson, Halldór Laxness, Edvard Munch e August Strindberg. Questa volta, The Sky in a Room può essere intesa come un ricordo dei dolorosi mesi dell’isolamento, trascorsi a immaginare – in una stanza – mondi diversi, cose e persone lontane.

«Il cielo in una stanza è l’unica canzone che conosco che rivela una delle caratteristiche fondamentali dell’arte: la sua capacità di trasformare lo spazio. In un certo senso, è un’opera concettuale. Ma è anche una celebrazione del potere dell’immaginazione – infiammata dall’amore – di trasformare il mondo attorno a noi. È una poesia che racconta di come l’amore e la musica possano espandere anche lo spazio più piccolo, fino ad abbracciare il cielo e gli alberi… ‘L’amore sa leggere ciò che è scritto sulla stella più lontana’, diceva Oscar Wilde», spiega l’artista.

The Sky in a Room di Ragnar Kjartansson fa parte di una serie di progetti realizzati dal 2013 dalla Fondazione Nicola Trussardi: mostre temporanee, performance e interventi pop-up che hanno portato a Milano artisti internazionali tra cui Ibrahim Mahama, Jeremy Deller, Sarah Lucas, Gelitin, Darren Bader e Stan VanDerBeek.

L’ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria a questo link.