Perché riscoprire oggi la storia di Pasquarosa, pittrice e femminista ante-litteram

Perché riscoprire oggi la storia di Pasquarosa, pittrice e femminista ante-litteram

di Marta Galli

Pittrice romana, amica di intellettuali come Pirandello, definita “un fenomeno dell’arte”: la biografia di Pasquarosa, riscoperta da una recente mostra, incarna i temi della libertà femminile che ancora animano l’arte contemporanea.

In un filmato in bianco e nero degli anni Trenta girato presso la villa di Luigi Pirandello, a Castiglioncello, un allegro gruppetto di uomini e donne gioca a bocce. Il video è un reperto da poco rispolverato dagli archivi della Cineteca Nazionale, che mostra lo scrittore in compagnia di una pittrice allora molto in voga, ma poi dimenticata, di nome Pasquarosa (1896-1973).

La storia di Pasquarosa Marcelli Bertoletti è stata riportata alla luce da La Fondazione Nicola del Roscio, prima di chiudere i battenti, in seguito alle restrizioni dell’ultimo Dpcm, com’è toccato a molti altri luoghi di cultura. Si trasforma allora in un’occasione di approfondimento e ricerca questo progetto pensato dal curatore Pier Paolo Pancotto, che dirige con vocazione sperimentale la fondazione inaugurata lo scorso anno, e che accosta la pittrice scomparsa al collettivo femminista Claire Fontaine e all’artista campana Marinella Senatore (entrambe già cooptate dalla direttrice artistica delle linee donna di Dior, Maria Grazia Chiuri, che pure non è nuova a messaggi in difesa dell’identità femminile, per gli allestimenti delle sue sfilate).

Una storia che somiglia a una favola

Pasquarosa nasce ad Anticoli Corrado e arriva a Roma sedicenne, sull’esempio di una zia, in cerca di un lavoro come modella. Lì si stabilisce nei pressi di Piazza di Spagna, poiché è in via Margutta che si trovano gli studi degli artisti, e non molto tempo dopo incontra il futuro marito, il pittore Nino Bertoletti. Il matrimonio è osteggiato dalla famiglia benestante di lui, ma già da prima di sposarsi i due vanno a vivere insieme nella comunità di artisti di Villa Strohlfern dove Pasquarosa comincia a sperimentare con la tavolozza. La sua vicinanza a Bertoletti le permette di entrare nel mondo dell’arte dalla porta principale e, nel 1915, i suoi lavori sono in mostra alla Terza Esposizione Internazionale d’Arte della Secessione romana. 

«Si tratta a quel tempo di un evento assolutamente d’avanguardia e lei è immediatamente salutata dalla critica come un fenomeno dell’arte», racconta Pier Paolo Pancotto. È in quel momento che si fa conoscere dall’intellighenzia capitolina, di cui fanno parte Giorgio De Chirico e Pirandello, il quale ospiterà lei e Bertoletti appena uniti da matrimonio civile nella sua casa. Sempre in occasione di quella prima mostra, una sua opera viene acquistata dalla regina Margherita. Nel 1929 è a Londra per una mostra personale all’Arlington Gallery, «quando, allora, pochissimi italiani, e per lo più uomini, avevano una simile opportunità», prosegue il curatore. «Pasquarosa dipinge così come vede le cose, senza educazione formale, ma affidandosi al colore: lo fa con grande disinvoltura». A ben guardare, con quelle tele vibranti di colore, avrebbe anche potuto essere una pittrice fauve, sebbene questo andasse al di là delle intenzioni di Pasquarosa, la quale, semplicemente, dipingeva.

Una donna dei nostri giorni

Nella vita di Pasquarosa non ci sono lotte e rivoluzioni, ma un’esistenza condotta con grande libertà, che spinge Pancotto a definirla «una femminista ante-litteram». Perciò nel pensare a questa mostra, che per ora prosegue dietro le porte chiuse dello spazio no-profit, ha immaginato un dialogo virtuale tra lei, Marinella Senatore e Claire Fontaine, dove si affrontano temi come religione, politica, violenza e differenze di genere. «Tematiche con cui Pasquarosa si è confrontata nel suo quotidiano apparentemente ordinario, ma con cui in realtà rompeva ogni schema dell’epoca» chiosa Pancotto. «Ha viaggiato per tutta la vita e negli anni Venti era a Parigi con Massimo Bontempelli, Marino Marini e l’amico Pirandello; da analfabeta quale era quando arriva a Roma, muore leggendo Sheakespeare; semplicemente grazie alla sua sensibilità e intelligenza ha rivendicato quei diritti femminili su cui ci invitano a riflettere le opere contemporanee di Marinella Senatore e Claire Fontaine. E per tutte queste ragioni io la considero una donna d’oggi».

Con l’occasione di questo progetto, che unisce donne di ieri e di oggi, la direttrice artistica delle linee donna di Dior Maria Grazia Chiuri, Claire Fontaine, Marinella Senatore, Pier Paolo Pancotto e la curatrice indipendente Paola Ugolini s’incontreranno in una diretta streaming aperta al pubblico per una conversazione sui temi suggeriti dalla mostra. Venerdì 20 novembre alle 19.00 sul canale YouTube de La Fondazione.