La selezione teatrale di Icon

Gli squilibri nel rapporto tra i sessi, uomo e natura e culture diverse sono i protagonisti degli spettacoli selezionati per il mese di febbraio. Storie di ordinaria prevaricazione e discriminazione sessuale, ma anche racconti di amore, speranza e ribellione. Ecco cosa non perdere a teatro prossimamente.

Roma. Settimo Cielo.
Un’opera dalla carica rivoluzionaria, scritta nel 1979 dalla drammaturga inglese Caryl Churchill e mai portata in scena in Italia. Dalla regia di Giorgina Pi, arriva oggi Settimo Cielo sul palco del Teatro India di Roma con una reinterpretazione che ne mette in luce gli aspetti più attuali. Lo spettacolo segue le vicende di una famiglia nell’Africa Coloniale del 1879 e nella Londra di Margaret Tatcher nel 1979, ma è la repressione – sessuale e razziale – la vera protagonista della pièce. La censura dell’epoca vittoriana, la discriminazione razziale e le leggi punitive nei confronti degli omosessuali lasciano il passo alla ribellione dei movimenti punk della fine degli anni Settanta. La rigida distinzione tra i sessi e i colori della pelle si ammorbidisce fino a sfumare completamente in una nuova libertà. I personaggi si ritrovano d’un tratto in un mondo molto diverso da quello conosciuto, elettrizzante ma anche carico di incertezza e incognite. Roma, Teatro India, dal 14 al 25 febbraio

Trento. Curon/Graun. Storia di un villaggio affogato.
Tornare alla radice più profonda del teatro, comunicando (anche) attraverso il silenzio e l’immobilità: è quello che fa la compagnia OHT di Filippo Andreatta con l’opera Curon/Graun, vincitrice del bando di teatro musicale OPER.A 20.21 FRINGE. Sulle note del minimalismo sacro del compositore estone Arvo Pärt, si ripercorre la storia del paese altoatesino di Curon. A raccontarla è un attore molto particolare: il campanile della Chiesa di Sant’Anna. È lui il simbolo di quella diga – contestatissima – che nel 1950 sommerse il paese di Curon. Accompagnato dal tintinnabuli di Arvo Pärt, si lascerà sommergere dall’acqua proprio come fece più di sessant’anni fa. A rimanere sommersi sono però anche gli spettatori, che vengono proiettati in un mondo onirico e ipnotico. Una metafora della distorsione del rapporto tra uomo e natura, presentata in prima nazionale al Teatro Sociale di Trento all’interno della stagione lirica dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Trento, Teatro Sociale, il 23 febbraio.

Firenze. Il Principio di Archimede.
Dopo il successo in Europa, Stati Uniti e America Latina, giunge finalmente in prima nazionale al Teatro Rifredi di Firenze Il principio di Archimede del drammaturgo catalano Josep Maria Mirò, tradotto e diretto da Angelo Savelli. La storia è tanto semplice quanto amara: nello spogliatoio di una piscina, un istruttore di nuoto viene sorpreso a dare un bacio affettuoso a un alunno terrorizzato dall’acqua. Il suo gesto scatenerà un crescendo di tensioni, paure, pregiudizi e insicurezze che culminerà in una psicosi collettiva per giungere alla gogna mediatica. Si parte dal tema della pedofilia per raccontare le dinamiche delle relazioni sociali, i loro squilibri e le involuzioni dettate dall’irrazionalità. Firenze, Teatro Rifredi, dal 15 al 25 febbraio.

Milano. Hearing.
Il suo è un teatro denso di riferimenti cinematografici, che si distanzia da quello tradizionale iraniano per creare nuovi codici rappresentativi. Considerato una rivelazione della drammaturgia mondiale, Amir Reza Koohestani arriva ora al Teatro dell’Arte della Triennale di Milano insieme alla sua compagnia Mehr Theatre Group con l’ultimo lavoro, Hearing. Si parla di donne questa volta, ma la prospettiva non è quella di Koohestani – “mi sentirei come quei turisti che vanno in India per fotografare le donne col sari, le mucche e gli uomini abbarbicati sui treni e sugli autobus” . Sono le quattro attrici in scena a tratteggiare l’universo delle donne iraniane. In un collegio femminile, viene percepita la voce di un uomo. Le indagini sull’episodio riveleranno un sistema rigido e opprimente, che le protagoniste tenteranno di cambiare. Milano, Triennale Teatro dell’Arte, 17 e 18 febbraio.

Milano. Io non sono un gabbiano.
Dopo le critiche positive di Vania, la Compagnia Oyes torna a confrontarsi con Cechov in un’opera dalla drammaturgia frizzante, che utilizza l’artificio del “teatro nel teatro” per tradurre in chiave contemporanea il testo de Il Gabbiano. Dalla regia di Stefano Cordella, lo spettacolo dipinge le illusioni, le speranze e i fallimenti di un gruppo di giovani. A legare le loro storie è un amore inquinato dal narcisismo e dal bisogno di essere considerati e apprezzati, mentre a emergere è il ritratto di una società senza azione né speranza. Milano, Teatro Menotti, dal 15 al 18 febbraio.

Infine, due appuntamenti dedicati alla sperimentazione e alle giovani leve del teatro. Il 12 febbraio, allo Spazio Pim OFF di Milano verrà presentato Fish, un progetto partecipativo che prende spunto dalla celebre battuta sui pesci di D.F. Wallace (“Ehilà, com’è l’acqua oggi? I giovani pesci strappano un sorriso e proseguono. Dopo qualche metro uno si volta e fa all’altro: che diavolo è l’acqua?) per mettere in luce gli stereotipi e le false certezze che impregnano la nostra quotidianità. Il 25 febbraio invece, al Circolo Everest di Vimodrone (MI), andrà in scena una maratona di tre spettacoli per adulti e per bambini: si parte con Lucaluna di Teatro Ex-Drogheria, un racconto dolce e divertente che accarezza il tema del lutto in età infantile, si prosegue poi con WeBulli di Elea Teatro/Industria Scenica, sul bullismo a scuola, e si termina con Fail di Francesca Franzè, un ritratto del rapporto complicato tra un padre che ha visto fallire la propria azienda e sua figlia.