Alla stazione di Milano Centrale l’invito a sognare di Moncler
Julianknxx ritratto per "An invitation to dream" (Foto: Jack Davison / Moncler)

Alla stazione di Milano Centrale l’invito a sognare di Moncler

di Digital Team

Dal 15 aprile la mostra “An invitation to dream”, stimolo e ispirazione per il crocevia di persone che popola la stazione meneghina. Il luogo pubblico si trasforma in vibrante spazio artistico in cui risuonano citazioni e ritratti realizzati da Jack Davison

La stazione di Milano Centrale, hub dinamico di arrivi e partenze sempre in corsa verso il futuro, diventa galleria d’arte aperta a tutti lanciando l’invito a sognare di Moncler. Lo fa attraverso i volti di menti creative che hanno osato e sognato in grande, determinando la cultura contemporanea, raccolti nella mostra An invitation to dream, in programma dal 15 al 21 aprile.

«I sogni hanno accompagnato me e Moncler fin dal primo giorno. Non abbiamo mai smesso di sognare, di essere fonte di ispirazione e, al tempo stesso, di lasciarci ispirare dagli altri». Sono le parole di Remo Ruffini, presidente e Ceo di Moncler. La Maison, oggi con sede a Milano, fin dalla sua nascita tra le montagne francesi di Monestier-de-Clermont ha incoraggiato audaci esploratori a realizzare i propri sogni e a raggiungere le vette più alte, cinti nei suoi caldi piumini con il logo del galletto.

La stazione di Milano Centrale
Foto: Moncler
La stazione di Milano Centrale

I protagonisti della mostra An invitation to dream

Tra i volti filmati e fotografati da Jack Davison, ritrattista britannico noto per il suo approccio sperimentale e libertino all’immagine, c’è lo stesso Ruffini, che nel 2003 ha assunto la guida di Moncler, intraprendendo un vincente brand reset. Nel 2003, inoltre, ha lanciato Moncler Genius, progetto pioniere di collaborazioni con creativi. Ci sono poi, come An invitation to dream, il dottor Deepak Chopra, medico indiano leader del movimento della meditazione trascendentale, e l’artista americano Daniel Arsham, archeologo del futuro che ha frantumato i confini tra arte, architettura e design.

Ed ecco poi la truccatrice delle star di Los Angeles Isamaya Ffrench, l’architetta sudafricana Sumayya Vally, il drammaturgo statunitense Jeremy O. Harris. E poi la chef stellata leggenda del food a Londra Ruth Rogers, la cantautrice e attrice giapponese Rina Sawayama, la chef e artista egiziana a New York Laila Gohar, nota per le sue opere d’arte fatte con il cibo. Chiude gli occhi in un bellissimo sorriso il poeta e regista sierraleonese Julianknxx. Vibra sulle punte la ballerina britannica Francesca Hayward. Volge lo sguardo fiero all’obiettivo Zaya che, come modella di fama internazionale, lotta per i diritti degli indigeni della sua terra, l’Amazzonia brasiliana.

«In questo progetto abbiamo riunito alcune delle più brillanti menti creative che osano al punto tale da sognare anche per noi», ha detto Jefferson Hack, co-fondatore e ceo di Dazed Media, curatore di An invitation to dream. «Influenzano la cultura contemporanea. Sono stati invitati a partecipare proprio perché la loro arte porta con sé nuovi punti di vista e possibilità. Il loro lavoro e i loro talenti profondamente trasformativi li rendono artisti d’eccezione del nostro tempo e quindi ideali per questo progetto».

mostra Moncler An invitation to dream
Foto: Jack Davison / Moncler
I ritratti della mostra “An invitation to dream”

Moncler trasforma luogo pubblico in spazio artistico

Le stampe litografiche in bianco e nero di Jack Davison compongono la mostra con l’idea di rallentare il tempo. Catturano l’intimità e trasmettono l’umanità dei loro protagonisti, fonte di ispirazione e sprono all’azione. Sotto le ali dei due Pegaso colossali che vegliano dal tetto della “cattedrale del movimento”, An invitation to dream trasforma la stazione di Milano Centrale in un vasto spazio artistico aperto al pubblico che riecheggerà dei ritratti e delle parole di questo cast speciale.

Sotto la direzione di Hack, tutti i cartelloni e gli schermi pubblicitari della stazione saranno collegati in una sorta di paesaggio immaginario, animato da immagini e citazioni. Testi e ritratti sovrasteranno il rumore del via vai meneghino, in una stimolante idea di trasformazione degli spazi pubblici.
Sono circa trecentomila le persone che ogni giorno partono e arrivano da quei binari, con il loro bagaglio di sogni. Ad avvolgerle, come potenti invocazioni silenziose, troveranno le muse di An invitation to dream, in una sorta di dialogo destinato a rimanere a lungo addosso. Perché non si smetta mai di sognare. Per sognare e sognare ancora.

Dopo la mostra alla stazione di Milano Centrale, la narrazione continuerà con una campagna che porterà An invitation to dream a un pubblico globale.